di Carlo Radollovich
Concludiamo la nostra mini-serie sulla mala di Milano. Era appena terminata la “rapina del secolo” con al centro la banda di via Osoppo (vedi “ilMirino” del 1°giugno) quando un ragazzino di appena otto anni, Renato Vallanzasca, iniziava nel 1958 la sua “carriera” non certo limpida. Veniva infatti caricato su un’auto della polizia e condotto al carcere minorile per aver aperto la gabbia di un leone presso il circo Medini, da poco giunto in città.
Ma la precoce attività del “bel René”, come verrà più avanti battezzato, iniziò con piccoli furti di figurine e fumetti nella vicina edicola per poi proseguire presso alcuni grandi magazzini sottraendo, con mano molto lesta, articoli da regalo, vestiti e addirittura coperte, bottino che poi consegnerà alle persone del quartiere in cambio di dolci o di altre leccornie.
A sedici anni, nel 1966, Vallanzasca decise di iscriversi all’Istituto Tecnico per ragionieri, ma la sua sveltezza e certe attitudini nella poco nobile arte dei furti (pure in appartamenti) vennero tempestivamente… apprezzate dalla malavita.
Nel 1969 fu beccato dalla polizia per il furto a un portavalori, rapina che gli procurò dieci mesi di prigione. Nel febbraio del 1972 speronò il furgone che trasportava gioielli. Il colpo però non diede alcun frutto. Venne arrestato e scontò dieci mesi di galera. Nel febbraio del 1972 urtò intenzionalmente un furgone porta-valori davanti all’Esselunga di viale Monte Rosa, ma non ci fu alcun furto. Infatti, le forze dell’ordine accorsero prontamente e vennero scambiati numerosi colpi d’arma da fuoco, ma Vallanzasca e tre complici riuscirono a fuggire.
La libertà del bandito durò poco. Venne arrestato e condannato a sei anni di prigione. Ma ne scontò soltanto quattro grazie ad una forma particolarmente seria di epatite. Vigilato, riuscì sempre a muoversi con agilità e fu addirittura in grado di “fondare” la cosiddetta banda della Comasina. Tra il 1976 e il 1977 mise a segno oltre cinquanta rapine e tre sequestri di persona, di cui uno fu messo in risalto dalla cronaca poiché la ragazza, sequestrata per una quarantina di giorni, si innamorò del Vallanzasca.
Nel febbraio del 1977 il tentato sequestro di un costruttore bergamasco non andò a segno. Lo scontro a fuoco con i carabinieri vide a terra due militi e un rapinatore della banda. Arrestato a giugno dello stesso anno, fu ancora ospite delle patrie galere, raccogliendo complessivamente la pena di quattro ergastoli e 300 anni di carcere.
Ebbe tuttavia la possibilità, dal 2014, di godere del regime di semi-libertà. Ma nel mese di giugno tentò una rapina presso un negozio milanese, fatto che gli precluse qualsiasi tipo di futuro permesso anche perché non diede segni di ravvedimento.
Destò scalpore una sua intervista a “Panorama” del 1999, durante la quale tra l’altro affermò: “Non ho mai sparato per primo e per il mio codice sono a posto”. Difficile commentare questa asserzione, anche da parte della persona più conciliante…