giovedì, Novembre 28, 2024
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IL REGIO DUCAL TEATRO DISTRUTTO DALLE FIAMME

di Carlo Radollovich

Tutta la città, in occasione dell’ultima notte di carnevale era in festa. Anche all’alba di quel 25 febbraio 1776 regnava un frastuono assordante in parecchi quartieri e pure in piazza Duomo diversi cittadini in maschera stavano gozzovigliando. Ad un certo punto alcuni di loro notavano alcuni strani bagliori provenienti dal Regio Ducal Teatro, che i milanesi chiamavano affettuosamente “teatrino”.

Tutto si svolse in pochi attimi e quando ci si rese conto che i lampi di luce si stavano trasformando in fiamme, fu dato l’allarme, ma era ormai troppo tardi. Malgrado il tentativo di spegnimento da parte dei vigili del fuoco di allora (i cosiddetti “brentadori” dalla voce dialettale “brenta” e cioè secchia), il teatro venne completamente distrutto nel giro di poche ore. Del tutto straniti, i milanesi ancora svegli assistettero piangendo all’annientamento di un teatro a cui erano molto affezionati e che era stato eretto nel 1717 dall’architetto Giandomenico Barbieri.

Ma quali sono state le cause che hanno provocato il terribile e distruttivo incendio ? Sul cumulo di macerie rimaste, iniziarono subito a circolare notizie inquietanti secondo le quali l’arciduca Ferdinando, governatore austriaco, si sarebbe furiosamente adirato con la moglie, la bellissima contessa Maria Beatrice Ricciarda d’Este (1750 – 1829), che avrebbe iniziato a flirtare con un giovane nobile milanese di nome Giacomo Sannazzaro.

Nell’ultimo giorno di carnevale, il governatore avrebbe intercettato un biglietto galeotto con il quale Maria Beatrice avrebbe dato appuntamento al giovane su un palco del teatro, in quel momento deserto. Ferdinando, reso cieco dalla gelosia, diede ordine di sprangare il palco per poi dar fuoco al teatro in men che non si dica. Ironia della sorte: nel palco non bruciò il Sannazzaro, ma un suo amico che indossava un vestito simile al suo e che desiderava fare uno scherzo alla contessa…

Le voci risultarono essere infondate secondo alcuni ambienti. Secondo altri invece, considerata la freddezza con cui l’arciduca accolse la notizia dell’incendio, si sostenne che lui fosse contento della distruzione perché nemico di insopportabili schiamazzi notturni spesso riscontrati tra gli assembramenti del dopo-teatro.

Pettegolezzi a parte, si racconta che quando l’imperatrice Maria Teresa d’Austria venne a conoscenza del fattaccio, disse che Milano non poteva fare a meno della presenza di un teatro di spicco. Poche settimane dopo, unitamente al sostanzioso contributo di novanta membri della nobiltà meneghina, l’imperatrice si dichiarò pronta a sostenere il necessario ed elevato costo per un nuovo teatro pari a un milione di lire austriache (dette anche milanesi), moneta che restò in vigore sino all’unità d’Italia.

Incaricato della costruzione fu l’Imperial Regio Architetto Giuseppe Piermarini e due anni dopo (3 agosto 1778) venne inaugurato l’apprezzatissimo Teatro alla Scala.

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