di Carlo Radollovich
L’inaugurazione della metropolitana costituì per i vecchi milanesi una gradita novità. Dopo anni di piccole e grandi frustrazioni, ecco la prima vettura percorrere il tunnel. Era il 10 dicembre 1962 e si trattò tuttavia di una prova pratica, quando la vettura stessa venne calata con un cavo d’acciaio nella stazione di piazza Castello. Tra la meraviglia di tutti, l’avvio di questa marcia sotterranea, seppure ancora provvisoria, sembrava non vera.
Infatti, molti ricorderanno la canzone del maestro Giovanni D’Anzi “Lassa pur che ‘l mond el disa” (lascia pure che il mondo dica), ove un passo viene così cantato in dialetto meneghino: “Si sa che a Milano c’è in progetto la metropolitana, ma questo progetto sempre più si allontana”. Il simpatico ritornello risale niente meno che all’anno 1939 e i nostri concittadini, tra l’altro assai impensieriti per l’avvicinarsi della guerra, osservavano immalinconiti che il sogno stava svanendo ancora una volta.
Per una concreta svolta dell’affare MM si dovrà attendere sino al 6 ottobre 1955, quando venne costituita una società per azioni che il Comune contribuì a fondare con ben 500 milioni di lire. Alla presenza di un notaio, l’accordo venne sottoscritto in una sala dell’Azienda tranviaria municipale in Foro Bonaparte 61. Il primo cantiere venne appaltato nel 1957 e solo il 1° novembre 1964, con tanto di pubblico numeroso e autorità di spicco, la partenza ufficiale venne data finalmente dalla stazione di piazzale Lotto.
La gente si affacciava dai balconi con vero entusiasmo mentre i fotografi impazzivano nel tentativo di cogliere le espressioni più curiose tra le persone presenti. Il sindaco Piero Bucalossi, commosso per l’avvenimento e al tempo stesso fiero di quanto avesse potuto la tecnica e la capacità operativa di tutte le maestranze, tagliava un nastro che poteva essere considerato anche un simbolo dei molti sacrifici compiuti.
Alla stazione Duomo erano presenti i Martinitt (la nota struttura che raggruppa gli orfani sin dal XVI secolo) per festeggiare i passeggeri, mentre alla stazione Oberdan c’erano sulla pensilina le Stelline (le orfanelle ospitate anch’esse dal XVI secolo in corso Magenta). Insomma, ben pochi avevano voluto perdere questo avvenimento storico. La ressa era talmente imponente a tutte le stazioni che il servizio pubblico aveva avuto il suo buon da fare per tenere in riga coloro che stavano eccedendo per la gioia.