giovedì, Aprile 25, 2024
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Paolo Andreani, il primo ad ascendere in pallone aerostatico nei cieli italiani

Ricorre quest’anno il bicentenario della morte del conte Paolo Andreani, personaggio dalle caratteristiche insolite. Sin da ragazzo ama follemente la poesia, tanto da diventare membro dell’Accademia letteraria dell’Arcadia, istituzione fondata a Roma verso la fine del XVII secolo.

Ma a diciotto anni è prepotentemente attratto dall’esecuzione di diversi esperimenti a carattere scientifico. E a proposito di questi, nel 1783, dopo essersi documentato sull’ascensione in mongolfiera dei fratelli Montgolfier davanti a certi notabili ad Annoney (Parigi), decide di ordinare la messa a punto di un analogo pallone, affidando i lavori ai fratelli Gerli, non soltanto semplici costruttori, ma soprattutto ingegneri.

Dopo un primo, breve esperimento, molto ben riuscito, Andreani programma una vera e propria ascensione (marzo 1784) con partenza dal parco della sua villa a Moncucco, una frazione di Brugherio, oggi in provincia di Monza/Brianza. Approfitta della presenza in Lombardia dell’imperatore austriaco Giuseppe II per porgergli l’invito a presenziare all’evento.

Il monarca declina tale invito e addirittura prega i fratelli Gerli affinché convincano l’Andreani a rinunciare al pericoloso volo. Per la verità, gli stessi non riescono a suggerirgli una retromarcia, anche se, in ogni caso, rinunciano ad entrare nell’apposita cesta della mongolfiera.

Andreani non si scoraggia per questa defezione e li sostituisce con altrettanti volontari e saranno passeggeri che non influiranno minimamente sull’ottima riuscita del volo. Infatti, la mongolfiera raggiunge i 1500 metri d’altezza e, dopo 25 minuti circa di volo, atterra a Caponago dopo aver percorso 8 chilometri.

L’evento richiama una folla di diecimila persone e Giuseppe II rimane esterrefatto. Infatti, prevedendo possibili rischi per coloro che praticano questo volo e per i presenti che assistono allo “spettacolo”, emana un editto per proibire l’uso di palloni aerostatici.

In ogni caso, Paolo Andreani raccoglie numerosi applausi per la sua impresa e quando si presenta alla Scala per uno spettacolo, gli spettatori, tutti in piedi, gli riconoscono con molta cordialità il successo conseguito.

Purtroppo, il prosieguo della vita di Paolo non è altrettanto fortunato. Dopo un viaggio negli Stati Uniti, si ritira a vita privata a Nizza, praticamente inabile dopo aver perso l’uso delle gambe. Muore nella città francese nel maggio del 1823.

diecimila persone e Giuseppe

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