Ricorre quest’anno il bicentenario della morte del conte Paolo Andreani, personaggio dalle caratteristiche insolite. Sin da ragazzo ama follemente la poesia, tanto da diventare membro dell’Accademia letteraria dell’Arcadia, istituzione fondata a Roma verso la fine del XVII secolo.
Ma a diciotto anni è prepotentemente attratto dall’esecuzione di diversi esperimenti a carattere scientifico. E a proposito di questi, nel 1783, dopo essersi documentato sull’ascensione in mongolfiera dei fratelli Montgolfier davanti a certi notabili ad Annoney (Parigi), decide di ordinare la messa a punto di un analogo pallone, affidando i lavori ai fratelli Gerli, non soltanto semplici costruttori, ma soprattutto ingegneri.
Dopo un primo, breve esperimento, molto ben riuscito, Andreani programma una vera e propria ascensione (marzo 1784) con partenza dal parco della sua villa a Moncucco, una frazione di Brugherio, oggi in provincia di Monza/Brianza. Approfitta della presenza in Lombardia dell’imperatore austriaco Giuseppe II per porgergli l’invito a presenziare all’evento.
Il monarca declina tale invito e addirittura prega i fratelli Gerli affinché convincano l’Andreani a rinunciare al pericoloso volo. Per la verità, gli stessi non riescono a suggerirgli una retromarcia, anche se, in ogni caso, rinunciano ad entrare nell’apposita cesta della mongolfiera.
Andreani non si scoraggia per questa defezione e li sostituisce con altrettanti volontari e saranno passeggeri che non influiranno minimamente sull’ottima riuscita del volo. Infatti, la mongolfiera raggiunge i 1500 metri d’altezza e, dopo 25 minuti circa di volo, atterra a Caponago dopo aver percorso 8 chilometri.
L’evento richiama una folla di diecimila persone e Giuseppe II rimane esterrefatto. Infatti, prevedendo possibili rischi per coloro che praticano questo volo e per i presenti che assistono allo “spettacolo”, emana un editto per proibire l’uso di palloni aerostatici.
In ogni caso, Paolo Andreani raccoglie numerosi applausi per la sua impresa e quando si presenta alla Scala per uno spettacolo, gli spettatori, tutti in piedi, gli riconoscono con molta cordialità il successo conseguito.
Purtroppo, il prosieguo della vita di Paolo non è altrettanto fortunato. Dopo un viaggio negli Stati Uniti, si ritira a vita privata a Nizza, praticamente inabile dopo aver perso l’uso delle gambe. Muore nella città francese nel maggio del 1823.
diecimila persone e Giuseppe