Quando si dice “fratelli-coltelli”, l’affermazione non è poi così assurda. Lo sta a dimostrare l’incredibile storia di Pantaleon e Damaso Prado, due fratelli entrambi musicisti cubani tra i quali non scorse mai buon sangue.
Il più vecchio e più bravo dei due, Damaso, quello che possiamo definire il “vero” Perez Prado, che venne definito “il re del Mambo”, autore celeberrimo, tra l’altro, della famosissima “Cucaracha”, ad un certo punto della sua carriera si rese conto che il fratello minore Pantaleon Perez Prado cercava di arrivare al successo sfruttando la fama del suo nome. In realtà, entrambi di nome facevano Perez Prado. E anche il fratello minore aveva un’orchestra e cercava di farsi largo nel mondo della musica.
Damaso comunque non apprezzò questo tipo di concorrenza e non esitò a denunciarlo e a chiedergli un risarcimento di ben 500.000 dollari. Non è dato sapere se il fratello pagò questa cifra, ma continuò a suonare in giro per il mondo, finché negli anni Cinquanta non si trasferì in Europa, mietendo successi molto più modesti del fratello maggiore che nel frattempo era diventata una vera star internazionale, anche protagonista di diversi film.
Il povero Pantaleon – qualcuno lo ricorda ancora per una sua orecchiabile composizione dal titolo “Tequila” – fu decisamente sfortunato, in quanto, trasferito a Milano, morì qualche anno prima (1983) del fratello più anziano e venne sepolto al cimitero di Lambrate.
Alla notizia della morte, furono molti quelli che equivocarono, anche tra i giornalisti, credendo che fosse scomparso il più famoso Damaso. I necrologi si sprecarono. E fu davvero una macabra beffa…
Da parte nostra, vogliamo ricordare il più sfortunato dei fratelli Perez Prado, perché Pantaleon ha vissuto nella nostra zona, e precisamente in via Bramante 39, dove una targa lo ricorda ancora.