di Carlo Radollovich
L’alleanza lombardo-veneta a favore dei Giochi 2026, sostenuta dal presidente Attilio Fontana, potrebbe andare in porto, anche se un eventuale, tardivo inserimento di Torino, non è da escludere a priori.
Per ora, la cordata Milano-Cortina sembra reggere e si tenterà di realizzare un dossier comune entro l’8 di ottobre, data in cui l’esecutivo del Cio (Comitato Olimpico Internazionale) si radunerà a Buenos Aires per esaminare tutti gli incartamenti relativi alla candidature. Soltanto nel settembre 2019 verrà deciso quale città avrà ottenuto ufficialmente la nomina per diventare organizzatrice.
Milano (vedi dichiarazioni del sindaco Sala) crede fermamente nella designazione e il vicepremier Salvini ha aggiunto tout court che se “qualcuno”, riferendosi evidentemente a Torino, intendesse ritirarsi in via definitiva, il governo e gli enti locali dovrebbero sostenere coloro che proseguono attivamente nel promuovere l’iniziativa.
Ovviamente, il Cio richiederà una garanzia in merito ai fondi che dovranno essere impiegati. E va comunque considerato che le aziende lombarde e venete, con un Pil delle loro Regioni che si presenta addirittura più alto della Svezia, sono senz’altro in grado di recitare la loro buona parte, soprattutto in fase di sponsorizzazione.
Ma quanti euro dovranno essere messi a disposizione? Ci si riferisce a poco meno di 400 milioni circa. Nel caso in cui il governo, come ventilato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giorgetti, intendesse eventualmente rifiutare di versare un contributo, si ritiene che le due Regioni, unitamente agli sponsor, siano in grado di documentare al Cio la loro solidità finanziaria.
Riteniamo in ogni caso che diverse e concrete soluzioni possano essere opportunamente inserite, nel tentativo di dimostrare la piena credibilità della nostra candidatura.