sabato, Maggio 4, 2024
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Milano: innovazioni negli anni Cinquanta

Le ferite, e i vuoti, che hanno lacerato la città a seguito dei tragici bombardamenti aerei, non consentono di ricalcare nuove vie sulla scorta di piantine disegnate prima del secondo conflitto mondiale. Si nutre infatti la necessità di creare nuove arterie e specifici spazi per poter ripartire con quella concretezza che tutti i cittadini auspicano.

Ed ecco prendere corpo una importante novità che godrà di tutte le credenziali per poter essere testimone di un quartiere moderno che sta per nascere: una novità che si chiama corso Europa e che corrisponde alle esigenze dei tempi che mutano. Questo corso, infatti, sarà la bandiera urbanistica degli anni Cinquanta, così come via Dante lo fu nel 1890.

Corso Europa si riannoda molto bene con via Albricci e via Larga, creando tra l’altro quella funzionalità di traffico che intercorre tra piazza San Babila e via Missori. Si riscopre pure in città il gusto di frequentare “la piazza”, una sorta di salotto urbano apprezzato da tutti. La piazza, con la sua regolarità di forma quadrata, rettangolare o anche ovale, ci fa riscoprire il concetto di ordine e di disciplina. Ci limiteremo a citare piazza Diaz, piazza Belgioioso che ci fa ancora respirare una valida atmosfera del ‘700, piazza Meda, piazza degli Affari.

Poi, un certo spazio viene battezzato “largo”, quasi volendo affrontare la concorrenza della piazza. Si fa avanti largo Augusto, largo Toscanini, quale continuazione di piazza San Babila, largo Caccia Dominioni, largo Cavalieri di Malta e altri. E poi, a proposito di spazi, il Parco delle Basiliche, ove le nostre autorità si sono volute lanciare nel creare un’ampia zona di verde tra San Lorenzo e Sant’Eustorgio.

Citiamo in coda la Torre Velasca (vedi foto) che simboleggia la Milano del dopoguerra, così come San Carlo al Corso ci ricorda gli anni della Restaurazione e l’Arengario ci rammenta gli anni Trenta. E che dire degli ingegneri che hanno progettato strutture assai importanti come Arturo Danusso e Pier Luigi Nervi ? Essi hanno collaborato strettamente nell’erigere il Pirellone, avvalendosi anche dell’aiuto degli architetti Valtolina e Ponti.

Insomma, Milano sta diventando, già in quegli anni, una vera metropoli, tanto che molti turisti, viaggiatori per affari e imprenditori di spicco, visitano Milano apprezzandola non soltanto come centro nevralgico per qualsiasi trattativa, ma anche come città che ha saputo anteporre l’arte, i monumenti, l’accoglienza e la comunicativa interpersonale prima di ogni cosa.

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