venerdì, Maggio 10, 2024
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Milano e i primi tram a cavalli

Esisteva da qualche tempo l’idea di trasportare i passeggeri ricorrendo ai tram trainati da cavalli utilizzando le rotaie, abbandonando i ben noti Obnibus che svolgevano identico servizio, ma non su binari.

E’ ovvio che non si intendeva competere con la locomotiva, ma ci si rese conto che i binari, in città, avrebbero svolto un compito importante: quello di sfoltire il traffico, già in quegli anni alquanto caotico, facendolo più snello e addirittura razionale.

Infatti, la prima linea, inaugurata nel 1878, mostrava il raggiungimento di un traffico più fluido e tracciava un primo tratto di circa tre chilometri, trasportando i passeggeri da porta Venezia a porta Tenaglia, forse la meno conosciuta, collocata a nord-ovest della città che dava sul Borgo degli Ortolani (Borg di Scigollat, in milanese).

Le operazioni riguardanti la messa in esercizio delle rotaie furono sensibilmente accelerate affinché terminassero entro il 1881, data in cui sarebbe scattata l’Esposizioni Universale. Il “padre” della linea che collegherà Milano a Monza, è da molti considerato il signor Emilio Osculati, direttore e presidente della Società Anonima degli Omnibus.

Egli seppe gestire molto bene l’azienda, tanto che la sua organizzazione realizzava profitti assai consistenti. Contemporaneamente si sviluppavano altrettanto in fretta anche le linee extra-urbane e cioè la Milano-Vaprio d’Adda (1878), la Milano-Pavia (1879), e la Milano-Gallarate (1880).

Ma ecco che la trazione a cavalli veniva, altrettanto velocemente, scavalcata da quella a vapore. Non si trattava di veri e propri treni, ma di mezzi di locomozione particolarmente adatti per tragitti brevi, con partenze ad orari frequenti. Inoltre, considerata la loro velocità, piuttosto modesta, non era affatto necessario installare passaggi a livello.

I giornali d’allora battezzavano il tutto con il curioso nome di “trenovia”. Il culmine di questo tipo di trasporto fu raggiunto con il ben noto “Gamba de legn” che collegava la nostra città con Magenta e Castano Primo, rimasto in servizio per molti anni, sino al 1957.

La sua velocità era così scarsa – dicono ancora oggi taluni pendolari che lo utilizzavano -, da potervi salire in modo agile con un balzo, quando il mezzo era costretto a rallentare ulteriormente in vista di un incrocio…

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