di Carlo Radollovich
I Templari furono presenti nella nostra città a partire dal 1135, quando cominciarono a lasciar traccia del loro operato presso la basilica di Sant’Ambrogio. Ma essi si stabilirono anche presso l’abbazia cistercense di Chiaravalle, la cui costruzione stava iniziando proprio nel 1135. Qui i monaci erano protetti dall’Ordine dei Templari e tale protezione è rappresentata, nel chiostro, da un nodo di pietre abbracciate da colonnine, al di sopra delle quali figurano alcune aquile, simboli dell’alta spiritualità di San Giovanni Evangelista, le cui ali sono state dispiegate verso i quattro punti cardinali.
Il primo documento ufficiale che testimonia la presenza dell’Ordine dei Templari a Milano risale all’aprile del 1142, ove si descrive la donazione di un terreno, da parte di un certo Ugo Girindelli, a favore di un monaco cistercense di nome Bacone, affinché l’abbazia di Chiaravalle potesse essere ampliata. Tale documento, autenticato da un notaio templare di nome Martino, reca pure la firma di diversi testimoni.
Ma dove risiedevano esattamente i Templari nella nostra città? Abitavano nel frutteto di Sant’Ambrogio, detto “brolium” ossia “brolo”. Si trattava di un ampio terreno cinto da un bosco. Tale “brolo” si trovava nell’attuale piazza Mercato di Porta Ticinese e va subito detto che i Templari ricevettero in dono altri appezzamenti di terreno come il Broletto Vecchio (ove ora si trova il Palazzo Reale), il Broletto Nuovo (piazza del Mercato) e il Broletto Nuovissimo (tra le vie Rovello e San Tommaso).
In uno scritto redatto da Goffredo da Bussero (1289), un sacerdote templare, si racconta che la prima costruzione templare milanese era decisamente modesta. Successivamente venne però ampliata sino a diventare una vera e propria commenda militare, comprendente una cappella dedicata a Santa Maria del Tempio (oggi tra le vie Commenda e Santa Barbara). Tale commenda era insignita di una doppia croce patriarcale, cioè a due braccia orizzontali, di norma affidata al Patriarca di Gerusalemme.
Intorno alla città, l’Ordine affittava terre da coltivare e organizzava pure mercati di media consistenza, da cui venivano ricavati consistenti cespiti.
Non possiamo non citare con l’occasione che Federico Barbarossa, formatosi in gioventù secondo le regole dei Templari, risparmiò una prima volta (1154) Milano dalla distruzione, essendosi attenuto ad una precisa richiesta dell’Ordine.
Ma concludiamo affermando che l’Ordine stesso, all’inizio del XIV secolo, veniva sempre più attaccato, materialmente e spiritualmente, dal re di Francia Filippo IV, detto il Bello, e da papa Clemente V. Esso cominciò a restringere ogni attività sino a sparire completamente quando il pontefice ordinò la relativa soppressione. Correva l’anno 1312.