Poco prima del conflitto mondiale 1915-1918, un certo Mariolino, figlio dodicenne del macellaio Antonio, viveva spensierato in una piccola casa con cortile e stalla alla periferia milanese.
Ricco di fantasie come tutti i ragazzi della sua età, studiava serenamente, non ancora conscio delle forti sofferenze che la guerra avrebbe provocato nel giro di qualche anno.
Mariolino, nel cortile di famiglia, osservava spesso l’andirivieni di cavalli e asini, che sapeva destinati all’alimentazione umana e cioè alla macellazione. Un giorno, tuttavia, accadde qualcosa di particolare.
Papà Antonio aveva acquistato e messo in stalla un giovane ciuco piuttosto male in arnese, spelacchiato è decisamente magro. Notato l’animale in quelle tristi condìzioni, Mariolino, preso da uno strano sentimento di viva simpatia, si recava nella stalla per accarezzarlo e per offrirgli di nascosto alcune carote.
Inutile sottolineare che asinello e Mariolino stringevano stretta amicizia in poco tempo. Il ragazzo lo teneva pulito, lo spazzolava e la bestia sembrava capire tutte queste premure. Ma una frase pronunciata dal padre in compagnia della mamma, lo turbo’ notevolmente: “Lo metto all’ingrasso e fra due/tre settimane sarà pronto per i miei clienti”.
L’animale, ben nutrito, aumentava di peso a vista d’occhio e, trascorso il termine prefissato dal padre, sarebbe arrivato il momento della macellazione.
Mariolino pianse a calde lacrime, tanto che la madre dovette consolarlo con tutta la pazienza del caso. Pensò addirittura di nasconderlo, legandolo ad un albero di un vicino boschetto. Ma la cosa non funzionò e Mariolino, costretto a confessare, si beccò una solenne sgridata, che però non gli impedì di trovare un’altra soluzione.
L’avrebbe nascosto nella legnaia, ove lo spazio per ospitare l’asinello sarebbe stato sufficiente. Tuttavia, dopo qualche ora, l’asinello si mise a ragliare e anche quel nascondiglio fu presto scoperto.
Il ragazzo era veramente disperato. Si rimise a piangere, cacciò urli e strilli e si aggrappò al collo del ciuco fin che papà Antonio, di fronte a tanta sofferenza, decise di rinunciare al progetto della macellazione che avrebbe comunque comportato una buona entrata di quattrini.
Mariolino lascio’ subito il collo dell’asinello per aggrapparsi a quello del padre, coprendolo con un sacco di baci. Venne adottata una insperata soluzione. Infatti, dopo alcuni contatti con un fratello di Antonio, questi si rese disponibile nell’ospitare l’animale in una sua stalla. Fu nutrito e coccolato, in attesa di far le feste al suo Mariolino quando la domenica andava a trovarlo. Mori’ di vecchiaia, serenamente, confortato dall’affetto di tutta la famiglia.