mercoledì, Ottobre 16, 2024
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Quando si può rinviare il vaccino anti-Covid-19?

Dai medici di famiglia della Simg (Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie) il vademecum e le raccomandazioni per soggetti in quarantena o isolamento, oltre alle controindicazioni ma solo per specifiche ipersensibilità.

Il vaccino si sta rivelando arma fondamentale nell’arginare il progredire dell’infezione da Sars-CoV-2. Tuttavia, restano vivi alcuni interrogativi su come ci si debba comportare a fronte di casistiche particolari. Per fare chiarezza, la SIMG ha realizzato un Documento, redatto in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute, che contiene informazioni utili ai medici di famiglia ed ai medici vaccinatori. Questo vademecum operativo è disponibile qui.

È fondamentale fare chiarezza – sottolinea il prof. Claudio Cricelli, presidente SIMG – Il nostro obiettivo è dare indicazioni precise e inequivocabili ai Medici di Medicina Generale e ai Medici vaccinatori impegnati in queste ore nel processo di vaccinazione della popolazione. Ogni caso specifico deve essere ricondotto alle rispettive esigenze, senza dare adito a false notizie o ad ambiguità che spesso lasciano dubbi e perplessità”.

Le circolari del Ministero. Il Ministero della Salute ha disciplinato l’adozione e il rilascio dei “certificati di esenzione alla vaccinazione anti-Covid-19” nei confronti di coloro che per condizioni cliniche specifiche e documentate non possono ricevere la vaccinazione o completare il ciclo vaccinale e di coloro che hanno ricevuto il vaccino Reithera, anche al fine di ottenere la certificazione verde europea Covid-19. Quindi, temporaneamente e fino al 30 settembre 2021, salvo ulteriori disposizioni, sul territorio nazionale sono validi i certificati di esclusione vaccinale già emessi dai Servizi Sanitari Regionali.

Motivi di rinvio del vaccino. Vi sono delle condizioni in cui è preferibile posticipare la vaccinazione e sono legate alla protezione già garantita dall’infezione: si tratta dei pazienti positivi al SARS-CoV-2 ad almeno tre mesi dal primo tampone positivo e pazienti con Covid-19 che abbiano ricevuto terapia con anticorpi monoclonali laddove non siano trascorsi almeno tre mesi dal trattamento. Vi sono poi soggetti in quarantena per contatto stretto e soggetti con sintomi sospetti di Covid-19: in questi casi l’opportunità di vaccinazione avverrà alla fine della quarantena o successivamente al termine del percorso diagnostico. A questi si aggiungono pazienti con malattia acuta severa non differibile (come un evento cardiovascolare acuto, epatite acuta, nefrite acuta, stato settico o grave infezione di qualunque organo/tessuto, condizione chirurgica maggiore, ecc.).

Casi in cui vi sono controindicazioni al vaccino. In generale un vaccino non deve essere somministrato quando è presente una controindicazione tale che il rischio di reazioni avverse è maggiore dei vantaggi indotti dalla vaccinazione. La presenza di una controindicazione ad uno specifico vaccino non esclude la possibilità che possano essere somministrati altri vaccini disponibili. Come controindicazione specifica nei confronti di uno o più dei vaccini attualmente utilizzati in Italia, la SIMG identifica l’ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti:

− il polietilene-glicole-2000 PEG contenuto nel vaccino Comirnaty- (Pfizer-Biontech)

− a) il metossipolietilene-glicole-2000 (PEG2000 DMG) (I PEG sono un gruppo di allergeni noti che comunemente si trovano in farmaci, prodotti per la casa e cosmetici),

− b) la trometamina (componente di mezzi di contrasto radiografico e di alcuni farmaci somministrabili per via orale e parenterale) contenuta nel vaccino Spikevax (Moderna)

− Il polisorbato contenuto nei vaccini Covid-19 a vettore virale Vaxzevria (AstraZeneca) e Janssen (Johnson&Johnson). lI polisorbato 80 è una sostanza ampiamente utilizzata nel settore farmaceutico e alimentare ed è presente in molti farmaci inclusi vaccini e preparazioni di anticorpi monoclonali.

− PEG e polisorbato sono strutturalmente correlati e può verificarsi ipersensibilità cross-reattiva tra questi composti

− soggetti che hanno manifestato sindrome trombotica associata a trombocitopenia in seguito alla vaccinazione con Vaxzevria;

− soggetti che in precedenza hanno manifestato episodi di sindrome da perdita capillare con Vaxzevria o Janssen.

In caso di reazione allergica grave alla prima dose di un vaccino Covid-19 si può considerare la possibilità di utilizzare un vaccino di tipo diverso per completare l’immunizzazione. La vaccinazione anti COVID-19 non è controindicata in gravidanza. La sindrome di Guillain-Barré è stata segnalata molto raramente dopo somministrazione di Vaxzevria e Janssen.

False controindicazioni. Vi sono anche alcune false controindicazioni, che proprio in quanto tali non danno diritto a certificato di esenzione. Tra le più comuni, l’allattamento non rappresenta una controindicazione alla vaccinazione; le persone con storia di paralisi di Bell e i soggetti affetti da malattie autoimmuni possono ricevere qualsiasi vaccino autorizzato da EMA, così come  i pazienti immunocompromessi e gli oncologici in corso di radio-chemioterapia, salvo specifiche controindicazioni. Persone con una storia di gravi reazioni allergiche non correlate a vaccini o farmaci iniettabili, come allergie al cibo, agli animali domestici, al veleno di insetti, all’ambiente o al lattice, possano essere vaccinate, così come coloro con storia di allergie ai farmaci orali o di storia familiare di gravi reazioni allergiche, o che potrebbero avere un’allergia più lieve ai vaccini (nessuna anafilassi).

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