giovedì, Aprile 25, 2024
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Maria Lai, artista di rara sensibilità

Nasce a Ulassai, in provincia di Nuoro, nel 1919. Cagionevole di salute, non frequenta la scuola elementare e, proprio in quegli anni di isolamento, la bambina si sente attratta dal disegno. Studia in seguito presso il liceo artistico di Roma per poi trasferirsi all’Accademia di Belle Arti di Venezia sotto la guida di Marino Marini, pittore e scultore, la cui alta professionalità artistica incide notevolmente su Maria.

La ragazza, che nel 2004 riceverà la laurea honoris causa in Lettere da parte dell’università cagliaritana, non rinuncia al suo linguaggio artistico sardo, ma acquisisce esperienze tali che la faranno ben presto conoscere a livello internazionale. La critica europea, infatti, manifesta interesse per i suoi lavori, tanto che verrà invitata dagli organizzatori ad esporre presso la Biennale di Venezia del 1978.

In molti ammirano il suo tocco particolare nelle sculture e certe sue opere in terracotta, poi smaltate, assumono strane forme di vita improntate alla disinvoltura e alla istintività. Negli anni Ottanta è protagonista con un suo importante lavoro denominato “Legarsi alla montagna”.

La gigantesca opera, conosciuta anche come “Il nastro di Ulassai”, viene rilasciata su un pendio locale scosceso che, grazie a metalli incorporati rifrangenti la luce, si unisce splendidamente alla ricca vegetazione circostante.

Va in ogni caso sottolineato una sua straordinaria caratteristica: riesce a riprodurre tutto ciò che ha in mente, accontentandosi tuttavia di mostrarne soltanto una parte. Una sua frase, a questo proposito, è molto esplicativa: “E’ come sentire l’intero deserto in un unico granello di sabbia”.

Da sottolineare pure la talentuosità di Maria Lai nel disegno. La sua incisività nel tocco è davvero notevole, un tocco che sembra evidenziare una sorta di ricamo. Sussiste altresì un suo pregevole esprimersi attraverso fili di tessuto o di rame, una visione che incanta e che riflette certi temi elaborati da Maria nella sua infanzia.

Concludiamo con una nota di cronaca. Dopo aver compiuto 92 primavere (e cioè due anni prima di lasciare questa terra), Maria Lai denuncia la sua gallerista Angela Grilletti, rea secondo l’accusa di appropriazione indebita. Si sarebbe impossessata di numerosi pezzi, addirittura centinaia. Il buon rapporto con la Grilletti si interrompe dopo oltre quarant’anni di collaborazione.

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