La futura “padrona” della lirica italiana nasce a Napoli nel 1905 da una famiglia di origine abruzzese. Sin da ragazza si appassiona al canto e decide di iscriversi al Conservatorio della sua città dopo essersi ovviamente consultata con i genitori.
Trascorre anni di intenso studio e ne esce a pieni voti nel 1929, dopo essere stata alunna prediletta del maestro Agostino Roche. Solo una lieve “messa a punto” delle sue corde vocali ed eccola pronta per il debutto che avviene al Regio di Torino in “Elettra”. Viene calorosamente applaudita e i critici apprezzano il suo timbro di voce, che esprime un volume assai intenso.
La sua scalata carrieristica ai tetti rappresentativi più alti si concretizza presto. Dopo il “Lohengrin” a Roma, eccola esordire alla Scala di Milano ne “Lo straniero” di Pizzetti e qui si esibirà per diverse stagioni. Poi entra in scena a Bruxelles, Parigi, Londra, New York, Buenos Aires e, dopo la fine del secondo conflitto mondiale, anche a Berlino.
In quest’ultima città riscuote un autentico successo come interprete di Wagner, impresa non facile perché le voci wagneriane richiedono una particolare tecnica di canto, assai diversa da quella impiegata nell’opera italiana.
Grazie alla modulazione delle corde vocali, risulta ottima interprete dei lavori verdiani e riscuote scroscianti applausi in “Aida”, “Luisa Miller”, “Un ballo in maschera” e “Don Carlos”.
La felice Unione con il marito Pino Donati, eccellente violista e direttore d’orchestra, sembra dare a Maria impulsi canori ancora più ricchi. Infatti, incide moltissimi dischi e addirittura è sua la voce che ascoltiamo in alcuni film. La prestazione più prestigiosa la raggiunge in “Manon Lescaut”, pellicola diretta da Carmine Gallone.
Chiude la sua lunga carriera nel 1959 al Cairo esibendosi in “Tosca”, per poi dedicarsi all’insegnamento, seguita da numerose alunne. Quando la sua vita si conclude a Roma, nell’aprile del 1959, sono in molti che rimpiangono la sua chiarezza di voce, la ricchezza di vibrazioni e lo smalto prezioso del suo timbro.