di Carlo Radollovich
Il tempio dedicato a Sant’Antonio abate è ubicato nella via omonima, a due passi da via Larga. Fu ricostruito nel XVI secolo secondo una tipologia ispirata alla Controriforma e la sua realizzazione venne completata nel 1584. Restaurato pochi anni fa, è diventato monumento nazionale.
Questa chiesa, famosa per aver ospitato i più rappresentativi pittori dell’epoca, tra cui Camillo e Giulio Cesare Procaccini, Bernardino Campi, Ludovico Carracci, ospita un caratteristico organo.
Collocato sopra l’ingresso principale, è da considerarsi non soltanto uno strumento musicale di elevato valore storico, ma anche un’opera artigianale di pregevole e artistica fattura.
Si ritiene che sia stato realizzato dai Brunelli, nota famiglia del XVIII secolo da sempre impegnata nella costruzione di organi. Fu poi “rifinito” nel 1864 da Livio Tornaghi, ben conosciuto in Brianza e altrove per essere stato uno degli organari (orribile sostantivo) più illustri dell’Ottocento.
Il Tornaghi fu in grado di riutilizzare le parti meccaniche che si trovavano ancora in discreto stato, in particolare le cosiddette canne di ripieno (riguardanti alcuni particolari registri musicali), il flauto e pure i mantici. La tastiera, interamente in ebano, presenta una coloritura differente rispetto al consueto: i tasti cromatici appaiono bianchi e i diatonici neri.
Ma al di là del pregio di quest’organo, va ricordato che su questo strumento suonò niente meno che il giovane Wolfgang Amadeus Mozart in occasione del suo soggiorno milanese nell’inverno 1772 / 1773. Egli scrisse per la chiesa di Sant’Antonio abate una composizione polifonica dal titolo “Exsultate, jubilate” per soprano e orchestra, dedicandola a Venanzio Rauzzini, famoso cantante lirico di Camerino. Il Rauzzini, dotato di una tecnica perfetta, cantava da soprano e fu lui a portare al debutto l’ “Exsultate” a Milano nel 1773.
Ritornando al nostro organo, sottolineiamo che esso fu nuovamente restaurato nel 2006 in occasione del 250° anniversario della nascita di Mozart.
Da ultimo, a proposito degli strumenti suonati da Mozart stesso a Milano, segnaliamo che presso il Civico Museo del Castello Sforzesco è conservato il clavicembalo su cui si esibiva il musicista quando fu ospite del governatore austriaco Carlo Giuseppe Firmian.