domenica, Maggio 5, 2024
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L’Austria in Lombardia dopo Napoleone (prima parte)

Non appena il Congresso di Vienna sancì l’appartenenza all’Austria del Lombardo-Veneto, si misero in moto le prime industrie, tra le quali le filande, mosse a vapore, che contemporaneamente videro nascere le prime tessiture con macchinari moderni.

Ma Vienna intendeva farsi avanti anche in altri settori, ad esempio nell’ampliamento della rete stradale in buona parte del territorio. Fece parlare di se’ la strada postale dello Stelvio (1820-1825) per collegare Milano a Vienna, non facile da impostare, tenuto conto che il valico relativo (Stilfser Joch in tedesco) raggiungeva i 2757 metri d’altezza.

Ci si occupò anche di battelli a vapore e, nel 1831, il battello di nome Otello risaliva il Po dal mare Adriatico sino a Pavia per poi immettersi nei Navigli Pavese e Grande, arrivando infine sino ad Abbiategrasso.

L’illuminazione, a Milano, faceva progressi grazie alle lampade Argand (1820) con luce molto più intensa e stabile rispetto alle vecchie lampade a petrolio. Nel 1845 si inauguro’ l’illuminazione a gas e in Galleria resto’ spesso in funzione tutta la notte.

A livello sociale si noto’ che la nobiltà non appariva più a “porte chiuse” perché spesso si osservava un’apertura nei confronti della borghesia, ma anche l’abbigliamento assunse forme nuove, ad esempio abbandonando le scarpe con fibbie d’argento, le varie parrucche, e gli abiti troppo appariscenti o chiassosi. Anche le carrozze dorate vennero archiviate, lasciando il posto a vetture eleganti, però essenziali e comunque più semplici. Ci si concedeva in ogni caso una scarrozzata domenicale lungo i viali più alberati, senza tuttavia la forzata esibizione di un tempo.

E l’edilizia cittadina ? L’isolato chiamato Rebecchino, tutt’altro che elegante, fu abbattuto soltanto molto più avanti, ma il Coperto dei Figini, li vicino, fece da contraltare con i suoi bei negozi, le bottiglierie e anche le deliziose pasticcerie. Le case borghesi apparvero Decisamente più apprezzabili, i palazzi nobiliari si presentavano meno appariscenti e le vie cittadine molto più curate.

Gli archi napoleonici furono completati, ovviamente ponendo fine ai loro temi celebrativi. Ad esempio, l’Arco del Sempione venne ribattezzato Arco della Pace e rimesso a nuovo nel 1838 in occasione dell’incoronazione dell’imperatore Ferdinando, succeduto al padre Francesco I.

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