sabato, Aprile 27, 2024
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L’ARTE AL TEMPO DI FACEBOOK

di Ugo Perugini

Giorgio Grasso, critico d’arte sempre attento alle novità, è palesemente soddisfatto. La sua iniziativa, pomposamente definita Prima Biennale Internazionale d’arte pittura e scultura astratta su Facebook, ha avuto un enorme successo. Un successo inaspettato perché chiedere a pittori e scultori di inviare una foto delle loro opere da pubblicare attraverso Facebook, esponendole al giudizio dei navigatori, con i loro implacabili “like”, poteva sembrare un’operazione contro natura.

L’opera, vista attraverso un medium come quello fotografico, ha una resa in qualche modo meno efficace, riduttiva o, peggio, può subire un effetto distorsivo. Insomma, un vero e proprio azzardo. Eppure, quelli che l’hanno voluto correre, questo azzardo, sono stati davvero tantissimi, dall’Italia e da ogni parte del mondo. Tutti entusiasti di parteciparvi.

Qualche numero dell’iniziativa testimonia, più di tante parole, questo successo: si parla di 60 milioni di visualizzazioni e oltre 100.000 “like” complessivamente raccolti.

“Un critico serio queste cose non le fa!” si è sentito dire Grasso. Ma lui ha tirato dritto per la sua strada. Ha ignorato le polemiche anche violente di cui è stato oggetto, tenendo fede alla sua filosofia che è quella di dare più ampio spazio possibile agli artisti, senza fare distinzioni, anzi riservando una particolare attenzione a quelli non ancora affermati e, sempre, in modo assolutamente gratuito. Molti di coloro che hanno partecipato a questa grande kermesse virtuale hanno anche potuto vendere le loro opere. Che è poi l’obiettivo di ogni artista.

Ma qual è, allora, il compito di un critico? E’ quello di educare le persone all’arte. Un compito che ha un valore etico importante. L’arte non è per pochi, non è per chi la capisce, per gli iniziati. L’arte è per tutti e deve stimolare le persone, illuminare le loro menti, dare vibrazioni positive alla loro anima e al loro cuore, fornire una chiave di interpretazione e di trasformazione della realtà, facendone apprezzare l’essenza più profonda, anche se meno visibile, come nell’astrattismo.

Questo è anche il motivo per cui Giorgio Grasso in televisione, su canale 63, tiene una rubrica d’arte, all’interno di una trasmissione che si occupa di sport, e calcio in particolare, perché l’arte non può essere relegata in un angolo ma deve fare parte integrante della nostra vita, senza paure, e senza creare steccati di alcun tipo.

Alla fine, gli organizzatori della Biennale si sono trovati con più di 20.000 opere da valutare. Compito immane, anche se facilitato dalle segnalazioni di gradimento dei numerosi visitatori di FB.

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L’opera di Monica Steliana Cirtita, che ha vinto la sezione scultura

Nel caso specifico, la Biennale ha premiato le opere astratte più votate. Il primo premio per la scultura è stato assegnato a Monica Steliana Cirtita, mentre è andato per la pittura ad Angela Sepe Novara. Le opere, insieme a numerose altre, resteranno visibili fino a fine mese presso lo Studio 38 di via Canonica 38, non più virtuali ma reali e concrete. E l’effetto che fanno è notevole perché finalmente è possibile apprezzarne la qualità, i particolari, la loro portata dimensionale nello spazio, in sostanza, la tridimensionalità riconquistata. Un piccolo miracolo che si compie proprio sotto i vostri occhi, se visiterete la Mostra.

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6 COMMENTS

  1. Ringrazio vivamente Giorgio Grasso che ha ideato il concorso Biennale d’Arte su FB e tutti coloro che hanno votato la mia opera, permettendomi di pervenire a questo splendido esito finale, conquistando il primo posto nella sezione Pittura astratta. Ringrazio la Galleria Artstudio38 di Milano che presenta la mostra di tutte le opere finaliste, alla quale prendo parte, in uno scenario di classe e raffinatezza espositiva. Ringrazio Il Mirino.it per la pubblicazione nella persona di Ugo Perugini. Grazie a tutti!

  2. COMPLIMENTI !
    La critica negativa è anche positiva,perchè piu si parla di un oggetto o una organizzazione ,è solo pubblicita e fa conoscere tale.
    Il crucifisso con la rana al posto di Christo di Kippenberger al Museon di Bolzano è diventato solo famoso tramite pubblicità negativa in tutto il mondo ,e cosi è stato venduto all’asta ,come opera più costosa del mondo

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