Ci scrive Nico Piro, giornalista della Rai, sulla guerra Russia Ucraina. E riportiamo volentieri il suo intervento che condividiamo.
Siamo entrati nel nono mese di conflitto e nonostante la propaganda non si vedono all’orizzonte possibili soluzioni militari. Se l’Ucraina non può vincere, la Russia non può perdere. Sintetizzerei così la situazione.
Leggo professori e politici, cioè soggetti che dovrebbero essere più bravi di noi a risolvere problemi complessi, dire cose come: “Se Putin si ritira la guerra finisce”. Beh fantastico! Sono d’accordo! C’è chi aggiunge che oltre a ritirarsi Mosca deve pagare i danni di guerra e sottoporre i suoi a processi per crimini di guerra. Confermo, sono d’accordo!
Frasi belle da dire certo ma affermazioni che hanno solo una prospettiva: alimentare questa guerra. Tradotto significa non fermare le morti di civili, la distruzione dell’Ucraina, il balletto del mondo sul baratro nucleare, la destabilizzazione dell’economia mondiale, nuove sofferenze per i Paesi poveri e per i poveri dei Paesi ricchi.
Ormai è una gara a chi la spara più grossa contro chiunque provi a parlare di pace e di trattative. L’unica voce ammessa è quella del PUB: il Pensiero Unico Bellicista.
Vi faccio un esempio.
C’è una notizia semi-nascosta di questi giorni che conferma come le trattative funzionano. È circolata poco:
l’Ucraina ha esportato grano come a livelli pre-guerra, il calo è stato di circa il 2% cioè trascurabile. Tutto questo dopo mesi in cui si è parlato della Russia che stava usando la fame come arma, invece grazie ad un accordo diplomatico si sono aperti corridoi navali e non solo si è esportato il grano ma si sono liberati i silos per il nuovo raccolto e tenuta a galla l’economia ucraina duramente colpita dalla guerra. Una storia “piccola” ma non secondaria che ci conferma come mettendo le due parti allo stesso tavolo alla fine delle soluzioni si possono trovare. Basta volerle trovare piuttosto che dedicare le proprie energie h24 a spacciare la balla che l’ unica soluzione alla guerra sia più guerra come dire che buttando più legna in un focolare si spegne il fuoco.
Nel frattempo, come risposta all’attacco alla flotta russa a Sebastopoli, in Crimea, di qualche giorno fa, che ha colpito quattro navi, la Russia considera sospeso l’accordo internazionale sul grano firmato la scorsa estate.
Una follia sempre più pericolosa per liberarci della quale dobbiamo riprendere a parlare e ragionare.