La Campagna nazionale di sensibilizzazione e screening sul carcinoma squamocellulare “Te lo dice la pelle” ha lo scopo di contribuire a diffondere importanti informazioni su una malattia ancora poco conosciuta che rappresenta il 20% dei tumori cutanei non-melanoma. Promossa dalla Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST), l’iniziativa vuole porre l’attenzione sul carcinoma squamocellulare cutaneo, un tumore maligno della pelle che, secondo i dati più recenti, viene diagnosticato ogni anno a circa 19.000 pazienti. In mancanza di un registro nazionale sulla malattia, non è possibile avere un numero preciso di casi ma si evidenzia un’incidenza crescente.
Le visite si svolgeranno sabato 19 Giugno presso l’IRCCS San Raffaele di Milano esclusivamente su prenotazione contattando il numero 345 7686815 dal Lunedì al Venerdì dalle ore 09.00 alle 13.00 (fino ad esaurimento posti disponibili).
Al fine di tutelare la salute dei pazienti e del personale medico delle strutture ospedaliere, tutte le visite saranno effettuate in totale sicurezza, in ottemperanza alle misure di prevenzione igienico-sanitarie legate all’emergenza Covid-19.
Il carcinoma squamocellulare cutaneo (CSCC) si origina dalla proliferazione di cheratinociti dello strato squamoso dell’epidermide. Si può manifestare come un’escoriazione o un’ulcera che sanguina, senza cicatrizzare, o come un nodulo rosso con una crosta centrale, che può sanguinare spontaneamente o in seguito a grattamento. La lesione, localizzata in sedi fotoesposte come, ad esempio, il volto e il dorso delle mani, può essere dolorosa, crescere nel tempo e non guarisce spontaneamente, né dopo l’applicazione di creme antibiotiche o cortisoniche. Questa patologia interessa maggiormente gli uomini rispetto alle donne, di età superiore ai 50 anni, con fototipo chiaro.
L’esposizione solare eccessiva e l’uso di lampade abbronzanti rappresentano i fattori di rischio più importanti, come anche l’esposizione cronica ad agenti chimici tossici (arsenico), la presenza di ferite croniche, ulcere e cicatrici, uno stato di immunosoppressione, l’assunzione di alcuni farmaci ed alcune malattie genetiche. “La diagnosi precoce è il punto di partenza per la cura di questo carcinoma, per cui oggi disponiamo di terapie mediche e chirurgiche efficaci. E’ importante che vi sia in merito un’opera di sensibilizzazione affinché la popolazione, in particolare dopo i 50-60 anni, comprenda l’importanza di eseguire visite dermatologiche di controllo. Questa campagna può essere un’ottima opportunità. Il San Raffaele è molto attento alla problematica dei carcinomi cutanei e la nuova Unità di Dermatologia Clinica ha nella diagnosi, cura e prevenzione dei tumori cutanei uno dei suoi obbiettivi principali.” – illustra il Professor Franco Rongioletti, primario dell’Unità di Dermatologia Clinica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e docente ordinario di Dermatologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele.
Per info: www.telodicelapelle.it