venerdì, Marzo 29, 2024
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Immunizzazioni. Trascurate le vaccinazioni per gli over 65

di Stefania Bortolotti

È ormai cosa nota che gli anziani siano stati i più colpiti dalla pandemia, sia perché il loro sistema immunitario è meno reattivo rispetto a quello dei giovani, sia perché spesso vi sono patologie pregresse, come cardiopatie o diabete, che indeboliscono le capacità di difesa ed espongono a complicanze.

Non c’è però solo il Covid-19 a minacciare la loro salute, le stesse caratteristiche che li rendono deboli di fronte a questo nuovo virus rappresentano anche un pericolo in caso di influenza, polmonite da pneumococco o herpes zoster. Non a caso per gli over 65 la vaccinazione contro molte di queste patologie è un diritto e per le Regioni è un dovere metterle a disposizione: questo è il senso del loro inserimento nei LEA (Livelli essenziali di assistenza).

Su queste tematiche, nel corso di un webinar (svoltosi nei giorni scorsi) “Pre-Occupiamoci del rischio. Non solo Covid-19: l’importanza della vaccinazione nell’attuale emergenza” organizzato da Adnkronos, è intervenuto Michele Conversano, Presidente del comitato scientifico di HappyAgeing – Alleanza per l’invecchiamento attivo.

“L’influenza causa migliaia di decessi, lo zoster negli anziani ha conseguenze molto debilitanti, per non parlare della polmonite da pneumococco, ma in Italia ci sono anche over 65 che muoiono per il tetano perché ci si dimentica di fare i richiami: eppure tutti questi vaccini sono previsti nei LEA. La questione è che non basta che gli ospedali o gli ambulatori li abbiano in frigo, occorre una politica di chiamata attiva: qualcuno deve mandare una lettera, fare una telefonata, mandare un messaggio per dire ‘vieni a fare il vaccino, è un tuo diritto’”.

“Quest’anno gli anziani sono corsi da soli a fare il vaccino per l’influenza, ma per tutte le altre patologie nessuno li sta chiamando. Non vorrei che nell’autunno 2021 fossimo tutti vaccinati contro il Covid-19, ma scoperti contro la polmonite da pneumococco o altre patologie prevenibili”. Sulla necessità di politiche di chiamata attiva HappyAgeing ha presentato recentemente un position paper (documento di posizione)  e, per fare la propria parte, ha anche avviato una campagna di comunicazione capillare sul territorio – attraverso incontri regionali, in modalità digitale, e attività sui social.

“I tempi sono cambiati – ha detto Conversano – se un tempo ai nonni si regalava l’orologio oggi spesso si regala un tablet e la pandemia ha spinto molti ad utilizzare di più questi strumenti, quindi oggi riusciamo a raggiungerli anche così, per questo la campagna #Oggipiùchemai sta trovando tanto seguito”.

Riguardo alla capacità del sistema di vaccinare le persone sia contro il Covid-19 che contro le patologie già previste nel calendario vaccinale Conversano non ha dubbi: “Lo dobbiamo fare, semplicemente perché non è accettabile non raggiungere la copertura prevista. Ora, per affrontare la pandemia, in molte regioni è stato ampliato l’organico per fare i tamponi e il tracciamento: bene, anche quando la curva scenderà e si dovesse andare verso la fine di questa emergenza quel personale va tenuto e utilizzato per vaccinare: e non solo negli ospedali o ambulatori, ma, con tutti i presidi necessari, anche nelle tende, nei palazzetti dello sport, nelle scuole, ovunque sia possibile perché la vaccinazione tra tutti gli atti sanitari è uno dei più sicuri in assoluto”. Perché tutto possa funzionare al meglio però c’è un problema da risolvere, la grave carenza di un’adeguata anagrafe vaccinale per gli adulti “perché senza dati è difficile programmare e fare passi avanti” ha concluso Michele Conversano, ricordando che anche questo punto è tra le richieste del position paper presentato da HappyAgeing.

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