domenica, Maggio 5, 2024
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Il regno sabaudo a Milano, dopo l’Austria

Con la precisa intenzione di far dimenticare al più presto l’oppressore e di dare lustro alle città o a coloro che si impegnarono nelle strenue battaglie del Risorgimento, ecco alcune strade che cambiarono nome: il corso di porta Orientale venne intitolato corso Venezia in omaggio alla città riconquistata; corso Francesco fu rinominato corso Vittorio Emanuele.

Porta Vercellina, in memoria dell’epica battaglia combattuta contro gli austriaci nel 1859, fu battezzata Porta Magenta; porta Comasina, in memoria dell’eroe dei Due Mondi, divenne porta Garibaldi, porta Tosa si tramutò in porta Vittoria. Con l’occasione (1865) si diede vita ad una nuova numerazione civica, strada per strada, con numeri bianchi che spiccavano su fondo nero.

Inoltre, per conferire maggiore risalto a Milano, che stava per espandersi con celerità, il re Vittorio Emanuele, il 7 marzo 1865, posò la prima pietra della Galleria, mentre ci si impegnò a risistemare piazza del Duomo, iniziando finalmente la demolizione di quell’orribile quartiere, il Rebecchino, dando alla piazza stessa la spaziosità che si meritava.

E poi ci si diede da fare nel completare la stazione ferroviaria, iniziata nel 1857, ma terminata e attivata nel 1864 (vedi foto). Vale la pena di ricordare che rimase funzionante sino al 1931, quando venne sostituita dall’attuale stazione di Milano Centrale. E’ pure interessante dare uno sguardo alla nascente architettura, in parte libera dai modelli del passato.

Tuttavia, non si rinnegò la classe dello stile gotico e possiamo citare l’esempio del Cimitero Monumentale su progetto dell’architetto Carlo Maciachini (iniziato nel 1864 e terminato nel 1866). Addirittura si ripescò tra le influenze neorinascimentali edificando il palazzo della Cassa di Risparmio (la Ca’ de Sass) grazie all’architetto Giuseppe Balzaretto.

E che dire dell’uso decorativo della terracotta ? La casa del Manzoni, ad esempio, ammodernata nel 1864 su desiderio dello stesso scrittore, rifletteva decorazioni in cotto assai elaborate. Su tutte spiccavano, e spiccano tuttora, il balconcino e il portale. Anche il museo di Storia Naturale, osservabile presso i giardini Montanelli, aperto al pubblico solo nel 1893, è costruito in stile neogotico ed è pure ricco di decorazioni in cotto.

Concludiamo con il teatro Fossati, intitolato all’attrice Mariangela Melato, che si presenta con due facciate, una rivolta verso via Rivoli, l’altra verso corso Garibaldi, con originali decorazioni in cotto, opere dell’architetto Andrea Boni che ha pure allestito una statua di Giuseppe Garibaldi, anch’essa in cotto.

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