venerdì, Aprile 26, 2024
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Un musicologo milanese: Giulio Confalonieri

Pianista, compositore, critico musicale e meneghino sino alle ossa, nasce nella nostra città nel 1896. Personaggio assai colto, lascia Milano nel 1923 per raggiungere Londra. Qui si esibisce come concertista, scrive musiche di scena e per un balletto, e nel 1926 rientra a casa tra i suoi parenti, immergendosi con il cuore nella sua città natale.

La sua critica musicale, dopo ogni rappresentazione alla Scala, è decisamente severa. Ma non soltanto scrive sui giornali i suoi commenti. È anche insegnante di canto presso il Piermarini e porta spesso con se’ un fischietto che a volte usa – dicono le cronache – quando qualche sbadato cantante stona non proprio lievemente.

Non disdegna di essere umile accompagnatore della cantante Carolina Segrera (1905 – 1998) quando la affianca al pianoforte durante le sue esecuzioni. Ma contemporaneamente compone l’opera lirica “Rosaspina”, due poemi sinfonici e scrive una magistrale biografia del compositore fiorentino Luigi Cherubini sotto il titolo “Prigionia di un artista” che gli varrà il premio Bagutta nel 1949.

La sua natura di uomo assai osservante non gli impedisce di frequentare con una certa frequenza alcune osterie sui Navigli per potersi confondere con certi poveri diseredati, i cosiddetti “barboni”. Desidera in sostanza mettere in discussione la sua vera relazione con la città.

Si narra che una sera aveva lasciato perdere la Scala per recarsi a far musica presso una bettola di periferia assieme ad un amico violinista, assaporando quell’aria di ambrosianita’, non certo nobile, che comunque riempie di gioia il suo animo.

In altri ambienti ama accontentare meglio se’ stesso cercando di scoprire alcuni talenti musicali. Ascolta con particolare attenzione i vari pezzi in qualche teatro di provincia, magari alla presenza di pochi spettatori, e se l’interpretazione lo soddisfa, si rivolge all’interprete complimentandosi. In caso contrario, disdegni e biasimi, seppure con una certa bonarietà, piovono a iosa.

Tutte le impressioni ricavate vengono in ogni caso riportate nelle sue “Cronache musicali” che da anni inserisce alla radio.

E così, tra musiche, critiche musicali, scritti, e una vita di rigorosa osservanza milanese, avverte un improvviso malore a fine giugno del 1972. Purtroppo, un crudele infarto non gli lascia scampo.

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