di Carlo Radollovich
Il Natale si sta avvicinando a grandi passi e confidando che il Coronavirus possa allentare decisamente la sua forza contagiosa, ci proponiamo di sconfiggere la tristezza di questi momenti tentando di respirare a pieni polmoni la dolce e magica atmosfera del 25 dicembre. Come fare ? Ci rechiamo in una particolare area, trasformando noi stessi per qualche ora in adolescenti curiosi, visitando il Museo del Giocattolo e del Bambino a Lambrate, precisamente in via Pitteri 56.
Si tratta di un museo assai vasto che raccoglie numerosi balocchi, provenienti da tutto il mondo, per un totale che sfiora i duemila esemplari. Vi sono giocattoli moderni, ma anche antichi, che risalgono addirittura al Settecento. Osserviamo dapprima interessanti soldatini che rappresentano diverse armi, ma il nostro sguardo cade quasi subito su una strana bambola a tre facce, con un viso – così ci spiegano – adatto per diverse circostanze. E poi ci incantiamo davanti ad uno strano personaggio, il quale, grazie all’inserimento di un contrappeso in piombo, riesce a muovere se stesso e il cavallo che sta montando.
E che dire del “Rocket to the moon” (missile verso la luna), ideato nel 1951, quando la corsa allo spazio era ancora fantascienza o quasi ? La creazione del giocattolo avvenne nella Germania Ovest e ci si chiede se lo scienziato Wernher von Braun fosse intervenuto con qualche contributo…
Se poi intendiamo conoscere come apparisse ai nostri occhi un’aula scolastica del 1910 o giù di lì, ecco la ricostruzione dei banchi dell’epoca (vedi foto) e di una cattedra con tanto di pedana, su cui è stata posta la tanto temuta bacchetta che colpiva alunni distratti o chiacchieroni. Altre descrizioni potrebbero durare per ore.
Ma ora, accontentando gli sportivi, ci rechiamo in via Piccolomini 5, a San Siro, ove un appassionato del mondo del calcio, Onorato Arisi, ha dedicato tutto se stesso nel creare il Museo & Tour San Siro, inaugurato nel 1996. Qui possiamo ammirare la maglia di Carmelo Buonocore, da lui indossata nel 1938, quando l’Ambrosiana-Inter vinse lo scudetto.
Alcuni cimeli ci ricordano qui la presenza del nerazzurro Giuseppe Meazza, protagonista del Mondiale del 1938. Una curiosità viene qui menzionata: mentre il giocatore si apprestava a tirare il rigore contro l’Ungheria, si allentò improvvisamente l’elastico dei pantaloncini e dovette perciò colpire il pallone tenendo le “brache” con una mano. E fece gol.
Viene esposta anche la maglia di Pelé quando giocava nel Santos, maglia che indossava affrontando l’Alessandria in un’amichevole del 1968, ma anche la maglia di Maradona quando vinse lo scudetto del 1987. E ora una sorpresa: in una sala del museo si possono ammirare ventiquattro statue appartenenti a giocatori di spicco. Citiamo quelle quelle di Baresi, Gullit, Rivera, Van Basten, Facchetti, Mazzola.