giovedì, Aprile 25, 2024
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Giuliana Saladino, giornalista e scrittrice anti mafia

Nasce a Palermo nel 1925 da una ricca famiglia nobile. Da ragazza riceve una educazione religiosa che la proietta a favore del prossimo. Infatti, ancora adolescente, visita i quartieri meno abbienti della città e, in compagnia di una zia appartenente all’Opera pia San Vincenzo, dona ai più bisognosi dei tagliandi per l’acquisto di pane.

Si rende tuttavia conto, crescendo, che la carità non può risolvere da sola il dramma della povertà. Pur restando fedele ai principi assorbiti da ragazza, osserva che la società necessita di mutazioni radicali e si batte, da giornalista e da scrittrice, per un vivere comune migliore, ove sia presente maggiore libertà e soprattutto giustizia.

Dal 1946 diventa segretaria di redazione della rivista culturale “Chiarezza” di Agrigento, sulla quale scrive anche il marito Marcello Cimino che condivide pienamente il pensiero della moglie. Ritornata a Palermo, acquista sempre più importanza come redattrice del quotidiano “L’Ora” e da queste colonne incoraggia la formazione di vari movimenti per l’emancipazione della donna.

Si iscrive in un primo momento al PCI, ma, dopo i sanguinosi fatti d’Ungheria del 1956 che causano in totale circa tremila morti, si stacca completamente da via Botteghe Oscure.

Ricordiamo che tre suoi libri spiccano per grande autorevolezza: “Essere donna in Sicilia”, “Terra di rapina” ove sottolinea tra l’altro l’enorme disagio dei minatori siciliani e “Romanzo civile”. Qui mette in evidenza la salda morale laica di diversi giovani intellettuali del suo tempo.

Dopo l’assassinio dei giudici Falcone e Borsellino, Giuliana Saladino da’ vita al “Comitato dei lenzuoli”, un curioso movimento che promuove l’esposizione di centinaia di lenzuoli dai balconi con significative scritte anti mafia.

Il suo spirito critico di grande spessore e la sua costante ricerca della verità, sono alla base di un’appassionata carriera giornalistica che contraddistinguono alta professionalità e anche amore per un miglioramento delle condizioni sociali.

Ammalatasi per una forma tumorale particolarmente dolorosa, ci lascia a soli settantaquattro anni nella sua adorata Palermo.

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