mercoledì, Aprile 24, 2024
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GIOVANNINO GUARESCHI NELLA NOSTRA MILANO

di Carlo Radollovich

Questo singolare scrittore, umorista e caricaturista nasce in provincia di Parma nel 1908, ma quando Cesare Ciavattini gli offre la possibilità di lavorare presso il giornale milanese da lui diretto, il famoso “Bertoldo” (che successivamente aprirà le porte al “Candido”), Guareschi si trasferisce a Milano e si innamora subito dell’operosità della grande metropoli e scrive: “Il segreto del successo, in questa straordinaria città, consiste nel recarsi al lavoro ogni mattina”.

Il suo carattere esuberante, estroverso, per certi versi persino affabile, conquista la simpatia di amici e conoscenti. E quando la direzione del “Bertoldo” passa nelle mani di Giovanni Mosca nel 1937, ecco quanto scrive di lui:”Se domani mi dicessero che Guareschi è diventato abate, non mi meraviglierei. Perché Guareschi è uno dei pochi uomini al mondo che può fare di tutto, diventare tutto, aspirare a tutto”.

Nello stesso anno egli avvia una collaborazione con il Corriere della Sera e con La Stampa di Torino e allo stesso tempo, assieme alla compagna Ennia, affitta un appartamentino di due stanze in via Gustavo Modena. Molte conversazioni con i vicini di casa, ironiche e mordaci, si mescolano subito tra spunti molto cordiali e amichevoli.

Ma nell’ottobre del 1942 una pesante tegola cade sulla testa dello scrittore: viene accusato di diffamazione nei riguardi di Benito Mussolini, cosa che comporta il suo allontanamento dal Corriere e da La Stampa. Fino al 1945 sarà prigioniero di guerra, prima in Polonia e poi in Germania. Ma nel mese di settembre dello stesso anno ritorna a Milano. Scriverà con una punta di ironia nel suo “Diario clandestino”: “Gli angloamericani nel 1943 mi bombardarono la casa e nel 1945 mi vennero a liberare…” Prende alloggio in un appartamento di via Pinturicchio, a pochi passi dalla Rizzoli, ove il patron Angelo… controllerà da vicino il neoassunto, vivacissimo disegnatore.

Di Milano è sempre più entusiasta e la definisce “enorme città che comincia sempre e non finisce mai”. E ancora: “Solo di notte, a Milano, puoi udire il tuo passo. Di giorno è impossibile perché mille rumori si sovrappongono”. E intanto, sul “Candido”, compare il suo primo racconto della serie “Mondo piccolo”, con il titolo “Don Camillo”.

Più tardi ecco apparire sugli schermi la saga cinematografica che vedrà al centro le infinite dispute tra Peppone e Don Camillo, il tutto nato dalla creativa fantasia di Guareschi. Appagato dai successi ottenuti, Giovannino decide di tornare a vivere nel Parmigiano e precisamente a Roncole, località che diede i natali a Giuseppe Verdi. Nel settembre del 1957, undici anni prima di lasciare questa terra, realizza un suo ulteriore sogno: aprire un bar a fianco della casa che appartenne al grande musicista.

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