di Carlo Radollovich
Questo canale, che prende origine dal fiume Seveso, attraversava e attraversa ancora oggi Milano, ma risulta per la gran parte coperto.
Un breve tratto è però visibile nel cortile di Casa Galimberti in via Spallanzani, solo per pochi metri, in pratica quasi abbandonato a se stesso.
Nei secoli scorsi, tuttavia, la roggia svolgeva un importante ruolo per il settore agricolo. Apparteneva infatti ai Marchesi Brivio- Sforza nei secoli XV e XVI e veniva utilizzata per irrigare i numerosi terreni appartenuti a questa nobile famiglia.
Attraversava un tempo i quartieri oggi ubicati presso l’attuale Stazione Centrale e il suo percorso venne modificato per motivi edilizi tra il 1890 e il 1920. Raggiunto corso Buenos Aires, all’altezza di via Boscovich, percorreva e percorre tuttora via Spallanzani seppure interratamente.
Quando le acque della roggia giungevano a Porta Venezia, venivano per così dire depurate grazie all’inserimento di filtri artigianali, composti da ghiaia e sabbia, per poter alimentare la piscina pubblica Diana, la prima in Italia ad essere inaugurata all’aperto, appartenente all’Hotel Sheraton Diana Majestic. Tale piscina e strutture relative vennero smantellate nel 1908.
Attraversata piazza Insubria, il corso d’acqua torna ad essere visibile per poi concludere il suo viaggio nelle campagne di San Giuliano Milanese, dove appunto si trovavano le proprietà dei Brivio-Sforza.
Una curiosità che merita di essere citata. Giunta nei pressi di via Giuseppe Sirtori, la roggia Gerenzana alimentava nell’Ottocento lo stabilimento della Società Anonima Omnibus e Tramways, fondata nel 1861. Qui esistevano non soltanto grandi depositi per le carrozze a traino animale, ma anche le scuderie. Il corso d’acqua provvedeva ad abbeverare ben quattrocento cavalli di stazza assai robusta.