di U.P.
A Parma, durante la seconda giornata di “Cibus” si è svolto il convegno “Le nuove Frontiere del Food”, organizzato da IRI (Information Resourches Inc.).
Cominciamo con qualche dato. Il settore alimentare è quello che traina la grande distribuzione perché ogni 100 euro spesi in prodotti confezionati, più di 68 riguardano alimenti e bevande. Tra le categorie più richieste figurano gelati e surgelati, freschi confezionati, drogherie e alimentari, bevande e ortofrutta.
Cosa cambia nella produzione alimentare?
Le modifiche più significative riguardano i comparti dell’allevamento, che opera tenendo conto della sostenibilità (animal welfare e zootecnia di precisione) e dell’agricoltura con l’introduzione di proteine vegetali, tecnologie idroponiche a Led con modulazione variabile di temperatura e umidità, anche attraverso la coltivazione in città e “in verticale”. Aumenta il controllo attraverso una corretta etichettatura dei prodotti per evitare il proliferare di “cloni” di bassa qualità o informazioni imprecise.
Per evitare prodotti non genuini e “fake news”
Su questo tema specifico a Cibus si è tenuto un convegno che ha esaminato le novità legislative a livello nazionale ed europeo, rilevando delle posizioni poco chiare tra le misure relative all’ambito della salute e quelle legate alle politiche agricole. Sull’argomento si auspicano nuove regole per definire con precisione l’ingrediente principale e la filiera da cui origina il prodotto. Le “fake news” danneggiano sia i consumatori che le aziende alimentari. Ecco, perché i cittadini avranno la possibilità di segnalare o chiedere informazioni su notizie inesatte o sospette al sito osservatorioalimentare.it, ricevendo risposte da esperti del settore.
La crescita del settore alimentare
Il fatturato delle industrie alimentari per il 2018 punta ai 140 miliardi di euro con un export di 34 miliardi. Per tutelare la produzione italiana è stata creata “Filiera italiana”, un’associazione che ha lo scopo di difendere i valori comuni e l’identità territoriale, valorizzando la “cultura” alimentare nazionale. Grande attenzione anche agli sprechi alimentari con l’introduzione, per la prima volta, di una serie di leggi che contrasta lo spreco e incentiva la donazione delle eccedenze.
Una considerazione finale
Lo stile dei consumi alimentari degli italiani sta cambiando rapidamente, anche a causa della crisi, e si dirige verso soluzioni wellness, cioè benessere e food safety, senza però dimenticare la voglia di sperimentare nuovi gusti, nuovi sapori, alla ricerca di emozioni gustative personali. Anche quest’anno la rassegna di Cibus sta avendo una grandissima affluenza di pubblico.