Ha destato non poche critiche l’ordinanza anti movida che scatterà venerdì 17 maggio, tanto che gli iscritti all’Associazione dei pubblici esercizi si raduneranno quanto prima possibile per mettere a fuoco le opportune contromisure da presentare alle autorità comunali.
Esisterebbe in effetti un grosso rischio, se la nuova regolamentazione venisse confermata, perché non potersi gustare un gelato all’aperto dopo le ore 24 costituirebbe un grosso handicap per i negozianti in loco. Non solo. Il divieto riguarderebbe anche la somministrazione e l’asporto di qualsiasi tipo di bevanda, sia alcolica sia analcolica.
Resterebbero esclusi da questo “blocco” solo i supermercati per cui, desiderando consumare una bibita presso altri esercizi commerciali, ci vedremmo costretti a consumare bevande e gelati rigorosamente solo all’interno dei relativi negozi, escludendo perciò il piacere del sorbetto o del ghiacciolo passeggiando lungo i Navigli o presso la Darsena.
Altro punto assai critico riguarda i dehors che, secondo le nuove regole, dovranno chiudere dalle 24,30 sino alle 6 a partire da lunedì sino a tutto venerdì. Solo in occasione del week end si potranno chiudere le serrande dalle 1,30 sino alle 6.
Questi orari, considerati esageratamente restrittivi da parte degli esercenti, penalizzano pesantemente i dehors, sui quali già grava la tassa per occupazione di suolo pubblico, rincarata recentemente in modo assai pepato.
Esiste però un precedente che si vuole giustamente ricordare. Un provvedimento analogo venne preso nel 2013 quando Pisapia era sindaco di Milano, per la verità firmato da un suo stretto collaboratore. Resosi conto dell’impopolarità della regolamentazione, Pisapia volle dichiarare che nessun divieto sarebbe stato imposto al gelato da gustare all’aperto dopo le ore 24.