lunedì, Dicembre 23, 2024
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ARTE DIFFUSA A MALPENSA: L’EMOZIONE CHE RESTA

di Ugo Perugini

Crediamo nell’arte diffusa. Riteniamo che, ove possibile, ogni luogo possa trasformarsi nella sala di una galleria o in quella di un museo e ospitare qualsiasi opera dell’ingegno e della fantasia umana. E’ vero ci sono luoghi che si prestano maggiormente a questa convivenza con l’arte altri meno. Ma la bellezza è un segnale sempre importante, un messaggio che spesso ci coglie in modo subliminale e che è utile non soffocare per evitare che la banalità del quotidiano e la ripetitività delle forme che spesso ci circondano abbiano il sopravvento sulla nostra intrinseca, anche se repressa, voglia di stupore e curiosità.

Un aeroporto è un luogo particolare, qualcuno lo ha definito “non luogo”. Evidenziando, in tal modo, la sua  prerogativa e anche il suo limite di non favorire le relazioni umane, di dare prevalenza alla fretta, al rapido consumo, alle banali e ripetitive funzioni necessarie alle pratiche legate alla partenza o all’arrivo. Eppure, anche un aeroporto può diventare un luogo più bello, accogliente e stimolante grazie all’arte, come sta avvenendo ormai da un po’ di tempo alla Malpensa.

Nel salone Check-in è esposta da qualche giorno l’installazione di Helidon Xhixha, artista albanese, dal titolo “Lighted runways”. Sono due colonne triangolari in acciaio inossidabile, alte più di 4 metri, che puntano in direzioni opposte: partenze e arrivi e grazie alle loro superfici specchiate riflettono l’ambiente circostante, i movimenti dei passeggeri, deformando la luce, le sagome e i colori, quasi come uno strumento magico che ridisegna incessantemente una realtà cangiante.

Ma i sensi stimolati non sono solo quelli visivi, anche la musica ha una sua valenza, visto che rappresenta un piacevole sottofondo che accompagna il passeggero con concerti musicali organizzati da SEA in collaborazione con l’Istituto Puccini di Gallarate nei gate del satellite Nord, mentre al satellite B ci sarà la possibilità di ascoltare un pianoforte Tallone a coda, dotato di impianto tecnologico che permette una riproduzione del suono automatica accanto a quella tradizionale.

Nel segnalare l’arrivo della nuova opera d’arte, non possiamo però dimenticare quelle già presenti come il video “Arte per l’umanità” di Max Dorigo, che analizza l’opera di Pellizza da Volpedo “Quarto Stato”, analizzando i particolari di un’opera grandiosa, fino a ricercarne, attraverso le bozze, i disegni e persino l’esame ai raggi X, i retroscena e i tentativi dell’autore.

Altro lavoro è “Food for thought, food for soul” di Alberto Melloni e Stefano Calabrese, una analisi del tema della nutrizione attraverso la cultura, gli stili di vita, la filosofia, la religione, le neuroscienze. Senza dimenticare le sessanta fotografie di grande formato di Andrea Rovatti, “Portraits of Milan”, che celebrano la nostra città attraverso gli edifici e le persone, sempre con collegamenti simpatici al cibo.

Una citazione finale che ci sembra adatta e che condividiamo nel profondo è quella del filosofo George Edward Moore che diceva: “Le cose di gran lunga più importanti che conosciamo sono quelle che possono essere descritte come i rapporti tra gli esseri umani e la gioia che provocano gli oggetti belli”.

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