Tra il 1491 e il 1494, Ludovico Sforza sta attraversando un periodo decisamente splendido. Ottiene da Carlo VIII di Francia il feudo relativo a Genova, ottimo e importante punto geografico per il controllo del mar Ligure e, in parte, del mar Tirreno. Poi mette in evidenza le proprie, ricche condizioni economiche invitando a Milano gli ambasciatori di Firenze, Ferrara e Venezia.
E non indugia nel mostrare a loro le proprie ricchezze, custodite in una sorta di stanza del tesoro. In effetti, in questa particolare sala del Castello Sforzesco, situata presso la Rocchetta, fa sfoggio di un gran numero di oggetti d’argento, di gioielli accuratamente messi appositamente in mostra per questi importanti personaggi, fa notare la presenza di numerose collane realizzate con tecniche moderne, pietre preziose e casse contenenti non solo ducati, ma anche fiorini.
La moglie Beatrice d’Este, avvalendosi della raffinata educazione ricevuta, mette in luce quanto appreso dagli studi classici e ostenta la sua passione per la musica e per la danza. Viene adulata dalle più note autorità milanesi e al tempo stesso viene messa al centro di un’attenzione sempre più crescente. Ma non è tutto.
Si fa notare per la conoscenza di diversi poemi cavallereschi, per la sua dote innata riguardante la delicatezza di certi ricami, ma quando la si vede cavalcare e cacciare con arco e frecce, i suoi ammiratori stravedono per lei.
Ma Beatrice è sempre vicina al marito, non dimentica i suoi doveri di corte e lo dimostrerà anche sotto l’aspetto politico quando verrà nominata ambasciatrice del Moro a Venezia. Viene accolta qui con tutti gli onori e sarà persino invitata a qualche partita di caccia, con tanto di cani superselezionati al seguito e con la presenza di rapaci (falconi).
La felicità di Ludovico e Beatrice aumenterà ancora di tono quando nascerà il loro primo bimbo Ercole Massimiliano nel gennaio del 1493.
Per la verità, a proposito dell’importanza assunta da Beatrice, in quel tempo avrebbero dovuto coesistere due prime donne a Milano: la moglie di Ludovico per l’appunto e la cugina Isabella d’Aragona. Ma mentre la prima è diventata donna dalle molteplici qualità, la seconda si sente spesso umiliata, quasi abbandonata, spesso in lacrime.
La colpa è del marito Gian Galeazzo Sforza che la trascura, non la sostiene affatto, immerso come è nei suoi stravizi e nelle sue avventure. Insomma, mentre la coppia Ludovico / Beatrice sta attraversando momenti d’oro, la povera Isabella è sempre più distrutta dal dolore e assisterà, impotente, alla morte del marito nell’ottobre del 1494.