domenica, Dicembre 22, 2024
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Acne? Non dimenticarla con la bella stagione!

Infiammazione dei follicoli pilosebacei, si manifesta con la comparsa del cosiddetto brufolo. Malattia molto comune, può determinare risvolti negativi dal punto di vista psicologico soprattutto negli adolescenti.

Il motivo? La parte maggiormente interessata è il viso, quindi una zona visibile. L’individuo può vivere una condizione di disagio e insicurezza nella vita di relazione con gli altri.  Pur non essendo un disturbo grave, l’acne, quando si verifica in forma severa, può indurre cicatrici antiestetiche e permanenti. Sia l’acne sia le cicatrici derivate possono influenzare in modo negativo la psiche. E’ quindi essenziale rivolgersi a un Centro specializzato per affrontarla e curarla precocemente.

Qual è il problema

L’acne è una complessa malattia delle ghiandole che producono il sebo e che colpisce volto e tronco, lasciando spesso cicatrici antiestetiche che può manifestarsi in diversi modi. In generale, è caratterizzata dalla formazione di comedonipapulepustolenoduli e cisti, che insorgono nell’ordine elencato in una scala di gravità crescente. I punti neri – detti anche comedoni aperti – sono impurità cutanee derivanti dalla dilatazione e dall’apertura dei punti bianchi o comedoni chiusi. I punti neri sono un fenomeno piuttosto comune in età giovanile, tipico delle aree cutanee più ricche di ghiandole sebacee, come il naso, le guance o la schiena.

Esposizione al sole, ricorso alle lampade abbronzanti e sospensione delle cure dermatologiche durante la bella stagione, sono tutti fattori che determinano nei pazienti acneici un peggioramento della malattia. Ciò si deve al falso mito che l’acne, patologia comune che insorge soprattutto nell’età adolescenziale, ma che non risparmia gli over30, possa migliorare, se non addirittura sparire, esponendo la pelle al sole. In Italia si stima che l’acne di gravità intermedia colpisca il 30-40% della popolazione tra i 15 e i 20 anni; nei trentenni la percentuale scende all’1% negli uomini e al 5% nelle donne.

Il sole non è un farmaco

Dottor Dario Tartaglini

“Se all’apparenza vediamo la pelle meno unta e con meno imperfezioni – sottolinea il Dottor Dario Tartaglini, Direttore Sanitario di BETAR MEDICAL, Centro Specializzato in Medicina Estetica di Milano – non vuol dire che stiamo guarendo perché i raggi solari, in realtà, accentuano il processo infiammatorio alla base dell’acne, provocando un ispessimento dello strato più superficiale dell’epidermide (strato corneo) che causa la formazione dei comedoni, cioè i punti neri. L’apparente miglioramento si deve anche all’abbronzatura  che, donando uniformità al colore della pelle, tende a nascondere le imperfezioni” .

Vietato sospendere le cure

“Alla falsa credenza che il sole guarisca l’acne, si aggiunge un altro comportamento diffuso e dannoso per la pelle: la tendenza a sospendere il trattamento in ragione del fatto che diversi farmaci per l’acne possono rendere la pelle più sensibile ai raggi UV. Si tratta dei cosiddetti farmaci fotosensibilizzanti, che possono causare danni e macchie alla pelle in seguito all’esposizione al sole, come nel caso delle tetracicline orali”- fa notare il Dottor Tartaglini.

Ci sono principi attivi adatti

Se è vero che alcuni farmaci non possono essere impiegati sotto il sole, è ancor più vero che vi sono altri farmaci antiacne che possono essere utilizzati anche nel periodo estivo.

Creme solari ad hoc

“Si tratta – afferma Dario Tartaglini – dei retinoidi topici e di alcuni antisettici, che devono essere applicati sulla pelle alla sera e accuratamente sciacquati prima di esporsi ai raggi del sole. Senza dimenticare le protezioni solari indicate per la pelle acneica – da evitare quelle occlusive perché sono comedogeniche (causano la formazione dei punti neri) -, i detergenti e le creme idratanti. E’ quindi importante non interrompere i trattamenti durante la primavera e l’estate perché si rischia una riacutizzazione della malattia. Per aiutare la pelle prima dell’esposizione al sole, si può ricorrere a trattamenti non invasivi che agiscono purificando l’epidermide in profondità e stimolando la rigenerazione cellulare: la cute apparirà più asciutta e diminuiranno imperfezioni e lesioni, a tutto vantaggio anche della vita sociale dei pazienti”. Il micro peeling – che non comporta l’uso di farmaci – può essere fatto da tutti e protratto anche per anni, cioè fino a che l’acne non regredisce spontaneamente. In accoppata con questa metodica, nei casi più seri, funziona bene la terapia fotodinamica, una forma di trattamento mediante la luce, utile per ridurre l’infiammazione (nelle forme maggiormente infiammate) e permettere di continuare con il micro peeling”, conclude l’esperto.

Per finire, va ricordato che la pelle acneica di base non ha bisogno di ulteriore idratazione, anche quando lo strato superficiale sembra secco, è sempre bene evitare di aggiungere nutrimento che va, in questi casi, ad ostruire i pori causando un aumento esponenziale di brufoli e punti neri. L’uso di creme cortisoniche, se non prescritte dal medico, nelle forme di acne più severe, è da evitare perché può peggiorare solo la situazione. Dopo l’utilizzo infatti, si verificano spiacevoli recidive che aumentano la quantità di comedoni dai quali si sviluppano brufoli ed infiammazioni. Inoltre è bene  struccarsi con creme da lavaggio e non con latte detergente ed evitare di schiacciare i punti neri e i brufoli. Non solo è controproducente per l’evoluzione degli stessi, ma aumenta il rischio di causare cicatrici permanenti.

Info: Dottor Dario Tartaglini – Direttore Sanitario  Betar Medical –  Centro di Medicina Estetica – Via Melzi D’Eril, 26 – 20154 MILANO – Tel. 02/36684785/6 info@betarmedical.itwww.betarmedical.it 

 

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