di Carlo Radollovich
Per riguadagnare il tempo perduto sono stati assunti, nell’arco di due mesi circa, ben tremila operai, per un totale complessivo che supera le seimila unità.
E’ chiaro che si sta premendo con forza sull’acceleratore affinché tutto sia pronto (o quasi) per quel fatidico giorno in cui scatterà l’inaugurazione, prevista per il 1° maggio. La “piattaforma” ossia l’ossatura di questa importante manifestazione è in pratica terminata, ma sono le rifiniture dei numerosi padiglioni che destano alcune preoccupazioni. Ma esperti tecnici, carpentieri, semplici manovali sono all’opera ventiquattro ore su ventiquattro, con notevole impegno, affinché i numerosi visitatori possano soltanto elogiare la buona volontà di tutti i lavoratori impiegati.
Tuttavia, in molti si chiedono, al di là delle ben note vicende purtroppo intervenute sui diversi tipi di appalto, se non fosse stato opportuno avviare certe opere almeno con qualche mese d’anticipo, al fine di evitare di effettuare gli ultimi lavori con la proverbiale acqua alla gola.
A proposito di queste mancate “premurosità” che rischiano di farci tagliare l’agognato traguardo con l’impiccio di alcuni contrattempi, ci chiediamo: a che punto sono le rifiniture relative al Padiglione Italia, il più ampio di tutti ? Qui lavorano sotto costante pressione cinquecento operai che devono tentare di recuperare ritardi forse superiori alla media generale. In effetti, il Palazzo Italia, centro vitale del Padiglione, nonché altre componenti (vedi Vinitaly, Coldiretti, le parti riguardanti i drink&food, solo per citarne alcune) stanno attualmente “arrancando” per potersi allineare al rispetto del cosiddetto crono-time. Ovviamente, devono essere considerati i rallentamenti di carattere giudiziario che alcune operazioni hanno dovuto subire, ritardi che nei prossimi giorni dovranno comunque (?) essere superati.
Tutte queste necessarie accelerazioni, per poter sbrigare i suppletivi carichi di lavoro, comportano l’esborso di maggiori spese (vedi le ore straordinarie effettuate in più e gli aumenti di prezzo per determinati materiali nel frattempo verificatisi). Sarà senz’altro interessante leggere la relazione finale sul totale dei costi sostenuti.
A che punto siamo con la prevendita dei biglietti d’ingresso ? Dagli 8,5 milioni di dieci giorni fa siamo saliti a 8,8 milioni, ferma restando la quota prevista di 24 milioni circa, magari formulata con un pizzico di euforia in più.
Infine, per quanto riguarda le visite a Milano delle nostre più importanti autorità, le ultime notizie ci informano che il presidente Mattarella non potrà essere presente il 1° maggio (si era impegnato a ricevere al Quirinale i Cavalieri del lavoro), mentre il presidente del Consiglio non mancherà all’inaugurazione.