Il duca di Milano venne spesso riconosciuto dai suoi contemporanei come un attento e intelligente diplomatico, il quale riusciva ad esprimere la forza relativa grazie anche ad ambasciatori particolarmente attenti e sensibili.
Ma c’è di più. Avviava numerosissime corrispondenze con i più potenti d’Italia e d’Europa. Si pensi che il professor Vincent Ilardi, attorno al 1986, riuscì a raccogliere in alcuni microfilm migliaia di sue lettere e documento’ le notevoli spese sostenute da Francesco nel tentativo di dare vita a questa sua grande passione.
Infatti, egli pagò trasferte costose, fece regali sempre importanti nell’accompagnare tali lettere e sostenne costi elevati quando decideva di affidarsi ad un “servizio celere”, una sorta di attività postale rapida ante litteram, che prevedeva l’inserimento di diverse carrozze con frequenti cambi di cavalli.
Insomma, anche questi esborsi contribuivano ad abbassare le risorse economiche del ducato, a cui si rimediava chiedendo importanti prestiti in continuazione. E a proposito di spese, non vanno dimenticati certi investimenti per frequenti viaggi di rappresentanza, soldi impiegati per la cultura e per l’arte, a cui va aggiunto il costo per il mantenimento dei parchi e delle residenze lombarde, le opere pubbliche, l’esercito e le varie beneficenze.
Inoltre, i microfilm del professor Ilardi evidenziano le lettere con cui si destinavano quattrini per certe speciali raccomandazioni e anche la spesa per i costosissimi duecento occhiali dell’epoca contro la miopia, destinati a parenti e pure ad amici, “firmati” Francesco e dalla moglie Bianca Maria Visconti.
Esaltato e ammirato da vivo (ma non portato in palma di mano dopo anni dalla sua morte), Francesco Sforza fu pure messo su un piedistallo da Nicolò Machiavelli che lo cito’ come “esempio della più grande virtù”.
La sua valida organizzazione diplomatica gli fu riconosciuta, è vero, ma tra i posteri dovette combattere contro un antagonista straordinario: Lorenzo de’ Medici il Magnifico, poeta, scrittore, mecenate e pure abile diplomatico, il quale sapeva sprigionare attorno a se’ un’attrattiva senza uguali. Pertanto il primo posto, dopo un ideale raffronto tra alti personaggi politici del Quattrocento, andrebbe conferito a quest’ultimo.