lunedì, Novembre 25, 2024
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Ottimi risultati per il Consorzio del Parmigiano Reggiano nel primo semestre del 2024 

Dopo aver chiuso il 2023 con un giro d’affari al consumo che ha toccato il massimo storico di 3,05 miliardi di euro… 

…nel periodo gennaio-giugno 2024 il Consorzio ha registrato – rispetto al primo semestre 2023 – un incremento delle vendite totali pari al +15,1% (70.742 tonnellate vs 61.458). Segno positivo sia per le vendite nel mercato italiano (+12,9%, 35.818 tonnellate vs 31.737), grazie ai canali GDO e industria cresciuti rispettivamente del +14,5% e +23,8%; sia soprattutto per l’export, che segna un +17,5% (34.924 tonnellate vs 29.721), con aumenti tanto nei Paesi UE (+13%, 19.337 tonnellate vs 17.117), quanto in quelli extra UE, che registrano un exploit del +23,7% (15.586 tonnellate vs 12.605). Le vendite sui mercati internazionali sono trainate da tutte le tipologie di formato (forme, grattugiati, formati speciali), con un aumento in particolare del porzionato (+21,9%).

Gli USA si riconfermano il primo mercato estero della Dop, con un +21,7% (7.736 tonnellate vs 6.359). Proprio per sostenere la crescita in questo Paese, oltre a consolidare nel 2024 un forte investimento per attività di digital e influencer marketing, un’intensa attività di pubbliche relazioni e media relations, partecipazione a fiere ed eventi, attivazione e presidio dei punti vendita e supporto agli operatori, il Consorzio ha ufficializzato lo scorso 27 luglio (anniversario dei 90 anni dalla fondazione) l’apertura di un ufficio operativo (corporation) negli Stati Uniti per avere una maggiore efficacia nelle operazioni di tutela e di promozione nel mercato a stelle e strisce.

Il Parmigiano Reggiano ha registrato dati molto positivi anche in Francia (+9,6%, 7.268 tonnellate vs 6.633), secondo mercato al mondo e primo in Unione Europea, Germania (+15,1%, 5.093 tonnellate vs 4.423), che mostra una ripresa molto importante dopo le difficoltà del 2023, e Regno Unito (+18,8%, 3.839 tonnellate vs 3.232), segnale significativo per un mercato che era stato messo in difficoltà dalla Brexit. Ottimi risultati anche Oltreoceano, con il Canada che segna un +73,7% (1.471 tonnellate vs 847), con un grande recupero dopo i problemi legati alle quote nel 2023, e il Giappone che cresce dell’11,3% (496 tonnellate vs 445), confermandosi il primo mercato asiatico della Dop. Buon andamento anche per i mercati emergenti, in particolare la Cina (+43,8%, 25 tonnellate vs 18) con volumi ancora contenuti ma in costante crescita, e l’Area del Golfo (+84,5, 123 tonnellate vs 67) che sta diventando un target significativo anche per i volumi esportati. La Dop conferma dunque il percorso avviato da alcuni anni per diventare un vero brand globale, pronto ad affrontare gli ostacoli posti da mercati estremamente vasti, ricchi di prodotti d’imitazione e caratterizzati da una marcata confusione al momento dell’acquisto.

«Dopo i dati del 2023, con un giro d’affari al consumo che ha toccato il massimo storico di 3,05 miliardi di euro, il 2024 mette a segno un ulteriore sviluppo con un primo semestre che segna un +15,1% di crescita a volume», ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano. «Siamo in particolare entusiasti dei risultati raggiunti nell’export, in primis negli USA, che confermano come nel prossimo futuro il Consorzio dovrà sempre più investire sulla crescita nei mercati esteri, che rappresentano il futuro della nostra Dop. È evidente come, in questo scenario, gli Stati Uniti svolgano un ruolo fondamentale, e non solo per gli ampi margini di crescita, considerato che il vero Parmigiano Reggiano rappresenta oggi solo il 5% del totale formaggi a pasta dura. Proprio qui abbiamo aperto un ufficio (corporation) che ci consentirà di avere una maggiore efficacia nelle operazioni di promozione e di tutela. Ci auguriamo che, nel prossimo futuro, questo diventi un modello applicabile anche negli altri mercati chiave extra UE della Dop, in modo che il Parmigiano Reggiano divenga sempre più un prodotto di riferimento per i consumatori globali».

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