sabato, Novembre 23, 2024
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Farmacia dei servizi, la più vicina casa della salute

La farmacia dei servizi deve passare dalla “fase sperimentale” all’avvio di nuova epoca e di un nuovo identikit delle farmacie italiane…

…intese come presidio di prossimità, risposte ai bisogni e centro di prevenzione: questo il messaggio emerso dal “Dialogue Meeting Farmacia dei servizi, primo presidio sanitario di prossimità-Il consolidamento strutturale del ruolo del farmacista: dal counseling alla vaccinazione”, promosso a Roma presso il Nobile Collegio Chimico Farmaceutico, dalla rivista di politica sanitaria” Italian Health Policy Brief “in collaborazione con FOFI e Federfarma. Un evento a cui hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni, delle professioni, dei cittadini e dei più autorevoli osservatori del sistema salute.In particolare, il Sottosegretario di Stato alla Salute, Marcello Gemmato, ha dichiarato che: “La farmacia dei servizi è uno strumento integrativo alle strategie di prossimità e accessibilità nel quadro delle cure primarie e di sostegno alla deospedalizzazione della sanità. Il ruolo del farmacista sta evolvendo verso nuove ancora più estese e di natura strutturale, diventando sempre più fondamentale presidio di prossimità per le vaccinazioni, i test diagnostici, attività di screening, dispensazione di nuovi e sempre più complessi farmaci. Tutte potenzialità enormi che necessitano di percorsi normativi adeguati affinché vengano messe in campo in modo estensivo in tutta Italia. Ben vengano, quindi, iniziative come quella organizzate da FOFI a sostegno di questo importante presidio di prossimità per il cittadino.”

Dalla sperimentazione al sistema: cosa abbiamo imparato dal 2009?

Il messaggio chiave dell’evento prende le mosse dal DL 153/2009, norma che individuava “nuovi servizi erogati dalle farmacie nell’ambito del Servizio sanitario nazionale”, e dai due decreti attuativi successivi, il D.M. del 16.12.2010 sulle prestazioni analitiche di prima istanza e i dispositivi strumentali; ed il D.M. del 16.12.2010 sull’attività degli operatori sanitari in farmacia. “Vorrei che nel futuro non si parlasse più di farmacia dei servizi”, ha sottolineato Andrea Mandelli (presidente FOFI), “ma si parlasse di “nuova farmacia”, quella in cui il cittadino sa di poter trovare una risposta a quei problemi e bisogni che abbiamo dato prova di poter affrontare e risolvere soprattutto nei tre anni del periodo pandemico, quando il farmacista è stato il professionista più vicino, raggiungibile e quotidianamente presente”. Un professionista che ha mostrato di essere presente proprio nei momenti più critici, offrendo screening, dispensazione di farmaci complessi e vaccinazioni, come puntualizzato da Andrea Cicconetti (Presidente Federfarma Roma): “Le farmacie, come esercizio sanitario di prossimità sono state, nel periodo pandemico, il primo accesso al SSN per i cittadini, garantendo prima l’importante attività di screening che ha permesso a tutti di condurre una vita “quasi normale”, poi di potersi vaccinare comodamente sotto casa, senza spostarsi per recarsi nei centri vaccinali, e in ultimo di usufruire, sempre con grande comodità, di terapie di farmaci complessi o di tutte quelle prestazioni ECG, holter, analisi di prima istanza, che normalmente richiedono spostamenti che non erano facilmente possibili in epoca Covid.”

Farmacia: la più vicina casa della salute

Nello specifico durante l’evento romano è emersa una fotografia aggiornata del mondo delle farmacie sul territorio. Maria Diana Naturale (Altems, Osservatorio Farmacia) ha descritto l’evoluzione della Farmacia dei servizi, tra storia ed attualità, affermando che L’Osservatorio evidenzia che la farmacia dei servizi in Italia è notevolmente cambiata nel corso degli anni, ma la pandemia ha accelerato questa trasformazione, rendendo strutturale la trasformazione della farmacia di comunità in un hub multifunzionale presidiato da un professionista altamente qualificato che svolge un ruolo importante per il SSN nella costante promozione della salute. L’emergenza sanitaria ha spinto notevolmente i farmacisti ad offrire servizi di consulenza, monitoraggio dei pazienti cronici, distribuzione e consegna a domicilio di farmaci, nonché implementando i servizi di screening preventivi e vaccinazione. Questa evoluzione dimostra la capacità delle farmacie di adattarsi rapidamente alle esigenze emergenti della società, garantendo un servizio affidabile e orientato al benessere di tutti i cittadini”.

In questo scenario Stefania Fregosi (Researcher Ipsos) ha presentato di dati più significativi dello studio sull’Evoluzione del ruolo dei farmacisti nel percepito dei cittadini: Cosa il rapporto IPSOS ci dice oggi sull’evoluzione del ruolo della farmacia nel percepito dei cittadini? Negli ultimi 3 anni il ruolo del farmacista e della farmacia è sicuramente cambiato e la pandemia da Covid 19 ha accelerato questo processo di trasformazione: quasi l’80% dei cittadini ha molta fiducia dell’operato dei farmacisti; per i cittadini il farmacista è sempre più una figura di riferimento in area salute, sempre a loro disposizione, e la loro opinione è anche migliorata dopo la pandemia (come affermato dal 48% degli intervistati). La farmacia oggi offre innumerevoli servizi, che vanno al di là della tradizionale attività di dispensazione di farmaci e prodotti per il benessere e la salute, ed è diventata un importante presidio di assistenza sanitaria sul territorio, svolgendo sempre più un ruolo di pubblica utilità che le viene riconosciuto da oltre l’80% dei cittadini”.

È un percepito importante, che viene così commentato da Teresa Petrangolini (Direttore Patient Advocacy Lab, Altems): “Assistenza domiciliare, prevenzione, co-produzione dei servizi, ascolto e partecipazione dei cittadini, telemedicina, attenzione ai malati cronici, medicina di prossimità, continuità terapeutica e aderenza: sono tutte parole d’ordine indicate nel DM7 sullo sviluppo del territorio in attuazione degli investimenti del PNRR. La farmacia dei servizi, a lungo attesa, rappresenta uno degli attori di questo sistema che non potrà reggersi solo con risorse già note. C’è necessità di attingere a quanto il territorio è in grado di garantire. La partecipazione allora diventa un must, sia che si tratti di soggetti di advocacy e del terzo settore, sia di attori nella comunità come le farmacie convenzionate. Un’alleanza tra questi due soggetti per avere servizi più vicini e più attenti alle esigenze delle persone è quanto più necessaria”.

Vicino e competente: questo è il “segreto” della reputazione del farmacista, come sottolineato da Luigi D’Ambrosio Lettieri, (Presidente Fondazione Cannavò): “lo storico rapporto fiduciario tra farmacista e cittadino si è ulteriormente consolidato durante l’emergenza pandemica grazie alla presenza continuativa e affidabile che ha confermato la rilevanza del ruolo professionale del farmacista e il valore della prossimità che qualifica la farmacia quale  fondamentale presidio polifunzionale della sanità territoriale. I progressi delle scienze farmaceutiche e biomediche evolvono con grande rapidità e questo impone un costante adeguamento del patrimonio di competenze. In tal senso è davvero lodevole il tempo e l’impegno che la comunità professionale ha dedicato al tema della formazione che mira ad incrementare le competenze scientifiche del farmacista orientando la sua attenzione verso una moderna governance sanitaria, la prevalente territorializzazione dei processi di cura, le attività di prevenzione comprendenti la promozione dei corretti stili di vita e gli screening, la presa in carico del paziente come presupposto per il potenziamento dell’aderenza alle terapie e della gestione della cronicità, l’erogazione di ‘servizi cognitivi’ ad elevato livello di specificità, validati, certificati e standardizzati.”

Sanità di prossimità: il futuro è a portata di mano

Su queste basi è inevitabile pensare al futuro, domandandosi quale contributo concreto possano dare le farmacie a quel cambiamento radicale della sanità nazionale basato su una prossimità concreta, efficace ed omogenea. “La scommessa del SSN è oggi la sanità di prossimità”, ha precisato Andrea Mandelli,“Con il DM70 e il DM77 stiamo ridisegnando il sistema-salute, ma dobbiamo fare i conti con criticità organizzative, sanità disomogenea sul territorio e carenza di personale sanitario. E in questo scenario lanciamo un messaggio chiaro: la farmacia è uno dei presidi su cui puntare per migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria: dalla prevenzione, alla diagnosi, alla presa in carico e cura dei pazienti. Un centro di competenze da mettere a regime e da riconoscere in termini di ruoli, impegni e responsabilità”. La farmacia in un nuovo regime significa uguaglianza ed omogeneità dei diritti e dei servizi sul territorio. E poi significa anche uso diffuso e corretto dei servizi di telemedicina già compresi nel PNRR, come sottolineato da Simona Loizzo (deputato e presidente Intergruppo parlamentare Sanità digitale): “Le farmacie rappresentano un punto di riferimento di rilevanza primaria per l’assistenza sanitaria alla cittadinanza, nonché uno snodo cruciale in termini di transizione tecnologica e digitale del Sistema Sanitario Nazionale. Personalmente auspico, e in tal senso mi impegnerò politicamente, che nel corso di questa Legislatura vengano poste le basi affinché questo processo di trasformazione possa avvenire in modo virtuoso”.

Vaccinazione: obiettivi raggiungibili

Nuova farmacia significa soprattutto prevenzione, uno dei valori cardine della nuova sanità. L’atto principe di prevenzione primaria è la vaccinazione. Durante il suo intervento, per illustrare il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023- 2025, approvato definitivamente lo scorso agosto, il professor Carlo Signorelli (Ordinario di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele e Presidente del Gruppo consultivo nazionale sulle vaccinazioni – NITAG)ha evidenziato “le novità del Piano che coinvolgono le farmacie nell’offerta vaccinale allargata; infatti, la recente esperienza COVID-19 ha mostrato le potenzialità del coinvolgimento delle farmacie nell’implementazione dell’offerta.”

Per farlo il Piano si pone l’obiettivo di raggiungere e mantenere le coperture vaccinali target rafforzando governance, reti e percorsi di prevenzione vaccinale, di promuovere interventi vaccinali nei gruppi di popolazione ad alto rischio per patologia, favorendo un approccio centrato sulle esigenze del cittadino/paziente, di ridurre le diseguaglianze e prevedere azioni per i gruppi di popolazione difficilmente raggiungibili e/o con bassa copertura vaccinale, di completare l’informatizzazione delle anagrafi vaccinali regionali, di migliorare la sorveglianza delle malattie prevenibili da vaccino, di rafforzare la comunicazione in campo vaccinale e di .promuovere nei professionisti sanitari la cultura delle vaccinazioni. “Il coinvolgimento, su base regionale, delle reti di farmacie può permettere di raggiungere quelle frange della popolazione sfuggite alle chiamate attive, nel rispetto ovviamente di tutti i criteri di qualità e sicurezza dell’atto vaccinale, principio ribadito più volte nel Piano. Con il suo ruolo sempre più rilevante nella medicina di prossimità – ha concluso Signorelli – la farmacia potrebbe in futuro contribuire sempre più al raggiungimento degli obiettivi di copertura vaccinale, soprattutto in quelle fasce di popolazione e per quei vaccini dove le coperture non sono ottimali o addirittura in calo (anziani, fragili e forse anche adolescenti).”

Sono obiettivi raggiungibili? Realizzare un’alleanza di sistema è la soluzione soprattutto se le diverse professioni possono integrare e rendere complementari, per le risposte assistenziali, i differenti setting organizzativi. A tal proposito Silvestro Scotti (segretario nazionale FIMMG) ha precisato che “l’integrazione tra professionisti, in particolare tra medici di medicina generale e farmacisti, deve realizzarsi con modelli che favoriscono dialogo e collaborazione comune su cui raggiungere gli obiettivi sfidanti di una nuova assistenza territoriale.”

“La vaccinazione è un chiaro investimento in prevenzione”, ha sottolineato Marco Cossolo, presidente di Federfarma, “e come tale va sostenuta, incrementata, diffusa per assicurare ai cittadini un accesso facile ed equo alla prevenzione. In particolare, sarebbe importante ampliare l’offerta dei vaccini somministrabili in farmacia includendo, ad esempio, HPV, herpes zoster e pneumococco, al fine di raggiungere gli obiettivi del PNPV entro tre anni. Le farmacie sono un presidio sanitario di prossimità sul territorio, anello di congiunzione tra i cittadini e il Servizio Sanitario Nazionale, che grazie all’evoluzione della farmacia dei servizi contribuiscono ad un’efficiente riorganizzazione dell’assistenza sanitaria territoriale.” Un esempio di “nuovo presidio” è offerto dall’ambito cardiovascolare, patologie che rappresentano la prima causa di morte nel nostro Paese (34,8% dei decessi, dati SIC 2021) come sottolineato Pasquale Perrone Filardi (presidente SIC): “Abbiamo bisogno di ampliare il network vaccinale proprio tenendo conto della popolazione con rischio o con patologie cardiovascolari. Sapere di poter poggiare sulla rete delle farmacie è per noi di fondamentale importanza se pensiamo, ad esempio, al rischio correlato all’influenza ed alla infezione da Covid 19 nei malati fragili e negli over 65 anni che sono spesso portatori di patologie cardiovascolari e nei quali tipicamente si concentra la mortalità e la severità delle patologie virali sottoposte a vaccinazione. Dunque una alleanza tra cardiologi, ed in generale tra medici e farmacisti, è essenziale alla luce degli scenari epidemiologici in crescita presenti e futuri delle malattie cardiovascolari e del ruolo del territorio, fuori dall’ospedale, nella erogazione dei servizi sanitari di prevenzione”

Entrare in una nuova era della sanità italiana, dove prossimità e prevenzione siano valori primari, è possibile: questo è quanto emerso dall’evento romano dell’Italian Health Policy Brief. Per farlo servono protagonisti dinamici, competenti, pronti ed attenti ai bisogni: la farmacia è uno di questi. E probabilmente oggi è il protagonista più vicino al cittadino. E il terreno della vaccinazione, in particolare riferita alla popolazione adulta, può essere il primo obiettivo concretamente raggiungibile nella collaborazione tra i diversi attori.

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