di Ugo Perugini —
Presentato a Brera il Catalogo di Marcello Morandini, progetto editoriale della omonima Fondazione.
La Fondazione Morandini, presieduta dello stesso artista e designer e dalla moglie Maria Teresa Barisi, è nata nel 2017 e ha sede nella Villa Zanotti, al centro di Varese, oggetto di numerosi interventi di restauro non ancora conclusi. Qui si trovano le sue opere e l’intento è quello che la location possa ospitare in futuro mostre, convegni e attività legate all’arte concreta e costruttivista.
Tra le prime iniziative della Fondazione, la realizzazione di un ampio catalogo ragionato dell’opera di Marcello Morandini, presentato a Brera dallo stesso artista, insieme al curatore dell’opera Marco Meneguzzo, oltre a Sandro Parmiggiani e Serge Lemoine, critici d’arte e profondi conoscitori dell’opera di Morandini.
Il volume, oltre 500 pagine, racconta il percorso artistico di Morandini dal 1964 ad oggi ed è suddiviso in tre parti: la prima che contiene i testi critici del curatore e un saggio di Lemoine; la seconda che è un’antologia di interventi che approfondiscono l’evoluzione del pensiero dell’Artista, la sua ricerca del movimento nello spazio; e la terza dedicata al catalogo delle sue opere.
L’idea di base di Morandini è quella di poter governare lo spazio umano, che è qualcosa di socialmente mutevole, di coglierne l’essenza eterna, attraverso le forme geometriche, e contemporaneamente le relazioni che esistono tra spazio e persone, secondo il principio per il quale “dove sono significa anche chi sono”.
Per farlo, Morandini deve liberarsi da qualsiasi orpello che ne ostacoli o distragga dall’obiettivo principale, a cominciare dal colore, bandito dalle sue opere a favore del bianco e nero o, al massimo, di sfumature di grigio.
Questa sua scelta diventa necessaria per scoprire la verità essenziale delle sue idee, per cogliere con l’immediatezza della percezione visiva ritmi e relazioni, tra forme geometriche e idee matematiche, poi esplicitate nei titoli che egli stesso dà alle sue opere. D’altra parte, non si dice che Federico Zeri interpretasse i quadri antichi attraverso le loro riproduzioni in bianco e nero?
L’altro aspetto della ricerca artistica di Morandini è la sua vocazione plastica. Inizia con opere bidimensionali o appena aggettanti e continua misurandosi con la tridimensionalità che lo porta ad entrare nella realtà concreta, con grandezze diverse, ”dal cucchiaio alla città”, per dirla alla Gropius.
L’Artista, mantovano di origine, è spinto dall’idea di progettare non tanto oggetti, quanto relazioni spaziali nelle quali deve trovare collocazione la presenza umana e le relazioni tra le persone inserite in un determinato spazio. Non bisogna dimenticare che Morandini è architetto e, come dice lui stesso, tutte le sue opere d’arte nascono “sotto il segno dell’architettura”, compreso il settore del design che in gran parte può definirsi “un’architettura dell’uso quotidiano“.
Nella parte del catalogo dove vengono riportate le sue opere in ordine cronologico, suddivise per decenni, vengono rievocati incontri, circostanze, sentimenti, come l’amarezza profonda provata per la Biennale di Venezia del 1968, la sua avversione alla contestazione e al suo velleitarismo, che lo farà sentire quasi un “esiliato in patria”.
Non bisogna pensare, però, che nelle opere di Morandini vi sia solo l’esigenza di una razionalizzazione estrema. Il connotato umano è sempre presente perché, come dice Meneguzzo, ogni gesto, ogni atto della giornata è un frammento di un “sistema vitale” inscritto in un progetto che è prima di tutto spaziale, e che poi diventa misura del mondo.
Morandini si può definire il “poeta dello spazio” e, seguendo il dettato di Theo von Doesburg, che considerava l’arte concreta come contributo alla realtà non come una sua rielaborazione o interpretazione, è possibile affermare che “non sono le idee che generano le forme, ma le forme che generano le idee”.
Il volume “Marcello Morandini. Catalogo ragionato”, 24×28 cm, 536 pagine, cartonato, è edito da Skira editore e costa 150 euro. La sede della Fondazione Morandini, che si trova in via del Cairo 41 a Varese, ogni week end a partire dal 1 febbraio al 5 aprile 2020 resterà aperta dalle 15,00 alle 18,00.