di Ugo Perugini ——
Siamo abituati ai documentari realizzati per farci conoscere le abitudini degli animali. Sono molto interessanti e suggestivi, non c’è che dire. Scopriamo cose nuove e apprezziamo la capacità e la pazienza del regista nel registrare, senza farsi notare, la loro vita e i loro comportamenti.
Un regista che si metta a seguire per molto tempo, in modo assolutamente discreto, i comportamenti dei bambini in un asilo Montessori, può apparire un’operazione strana, al limite dell’invadenza nei confronti di una “privacy” per così dire “in nuce”. Ma non è così.
Quante volte abbiamo osservato i nostri figli senza che loro se ne accorgessero, senza intervenire in alcun modo ad alterare le loro azioni, con uno sguardo non tanto da padre o madre premurosi, quanto da persone che desiderano capire il più possibile come essi si rapportano con la realtà che li circonda, con gli oggetti che possono manipolare, con gli altri coetanei, senza in alcun modo cedere al desiderio di intromettersi? Non credo che ci sia capitato molte volte…
Il documentario “Il bambino è maestro” di Alexandre Mourot ci mette in questa condizione privilegiata e dobbiamo riconoscere che è una esperienza davvero molto utile. Il Metodo Montessori, come noto, è un approccio educativo che mira a sviluppare il desiderio di conoscenza di ogni bambino, di valorizzarne lo spirito umano dal punto di vista fisico, sociale, emozionale e cognitivo. E si regge su questi principi fondamentali che partono dall’idea di lasciare i bambini liberi, senza forzare la loro spontaneità, lasciare che sperimentino, che imparino da soli a lavorare.
Può apparire strano usare la parola: lavoro, per bambini da tre a sei anni. Ma non è così. Noi crediamo che il bambino voglia solo giocare, cioè distrarsi, divertirsi. In realtà, il bambino quando agisce non svolge un’attività superflua ma lo fa per esercitare le proprie capacità, quindi si tratta di un lavoro vero, cioè una attività utile che gli serve per realizzare sé stesso, per formare la propria personalità.
Il bambino impara usando le mani, esplorando la realtà che ha intorno, sbagliando e riprovando continuamente e vuole farlo da solo. Non ama essere aiutato ed è raro, d’altra parte, che i bambini si aiutino l’un l’altro. Se l’adulto interviene, non rispetta la sua autonomia, non lo lascia sperimentare e rischia così di limitarne quella che la Montessori chiama la “concentrazione spontanea”.
Anche qui, viene a cadere un pregiudizio che è quello che vede i bambini incapaci di mantenere a lungo la concentrazione focalizzata su una attività, sempre disposti alla distrazione o all’incostanza. Nel documentario, ci accorgiamo che così non è. Ha ragione la Montessori, la concentrazione dell’attenzione di un bambino piccolo non è un fatto insolito. Al contrario, è un atteggiamento normale che gli consente di conoscere le cose che ha intorno, fare delle scelte, imparare senza stancarsi di perfezionare quello che sta facendo.
E, all’interno di questo filmato, scoprirete altre cose interessanti. Mai promettere ricompense o minacciare punizioni, mai dire a un bambino che ha sbagliato o fargli complimenti eccessivi. Il bambino deve e può arrivarci da solo. In altri termini, il bambino non è un adulto in miniatura, non bisogna sottometterlo alla volontà dell’adulto ma lasciarlo libero.
Un bel documentario, girato nella più antica scuola Montessori di Francia, utile per i giovani genitori che possono capire meglio i propri figli. E che fa nascere qualche rimpianto in quelli che ormai hanno figli adulti. Dal 14 ottobre al cinema. E’ una produzione Wanted Cinema.
Guarda il trailer del film:
https://drive.google.com/drive/folders/1IcRu4odlRShoD7pKxaQaoyGBiwNUTpnM