di Carlo Radollovich
Nei sotterranei della ben nota casa di moda “Fendi”, in via Solari 35, è visitabile un pregevole allestimento dello scultore e orafo Arnaldo Pomodoro (fratello maggiore di Giò Pomodoro) denominato “Ingresso nel labirinto”. Si tratta di una valida installazione, inaugurata nel 1995 in vani più piccoli, che è andata crescendo nel corso degli ultimi anni sino ad estendersi agli attuali duecento metri quadrati circa. Ora la sede è per l’appunto in via Solari, ove erano ubicate le officine meccaniche Riva-Calzoni.
Il “labirinto” è costituito da localini, corridoi e porte girevoli sulle quali sono state inserite artistiche incisioni in bronzo. L’intera pavimentazione appare costituita da lastre di rame. Attraverso un portale si giunge ad un curioso rullo di dimensioni piuttosto grandi su cui si possono osservare incisioni di codici apparentemente indecifrabili. Per la verità, si tratta di una sorta di omaggio alla scrittura cuneiforme adottata dagli antichi Sumeri, la popolazione trasferitasi in Mesopotamia quattromila anni fa.
Segni relativi al linguaggio artistico di Arnaldo Pomodoro si notano ovunque, tra meravigliosi ossi di seppia e macine, tra indovinati richiami letterari e geroglifici. Molto interessante l’attenzione che l’artista dedica a Cagliostro, l’alchimista nato a Palermo nel 1743 e morto prigioniero nella Rocca di San Leo (Rimini) nel 1795. Si rileva che, grazie ad un particolare gioco di luci, la riproduzione della cella in cui l’avventuriero era recluso, si illumina con tonalità piuttosto forti, mettendo pure in evidenza il giaciglio sul quale avvenne la sua morte.
In linea d’aria, non lontana da via Solari, è ubicata una casa-museo dedicata alla poetessa milanese Alda Merini (via Magolfa 32), scomparsa esattamente dieci anni fa. Al suo interno è stata ricostruita la camera della Merini, con oggetti provenienti dalla sua abitazione in Ripa di Porta Ticinese. Si possono notare il letto, il pianoforte, la sua macchina da scrivere, il telefono modello “grillo” e poi una curiosità: ecco il suo comodino che si presenta addirittura bruciacchiato dai mozziconi di sigarette che la poetessa fumava cospicuamente…