Quando il gioco si fa duro, i “duri” scendono in campo. La sfida dell’Expo è una di quelle che la nostra città non può perdere, ecco perché il Comune non ha esitato un attimo a mettere in campo il nostro pezzo più pregiato, Leonardo da Vinci – milanese d’adozione -, personaggio simbolo della poliedrica genialità italiana, come lo ha definito Ilaria Borletti Buitoni, Sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali, nel corso della presentazione della Mostra a Palazzo Reale, o “Eroe dell’Expo”, come l’ha etichettato – forse un po’ prematuramente – l’Assessore alla Cultura Del Corno.
La Mostra che gli sarà dedicata, la più grande ideata in Italia (la precedente di taglio retorico e celebrativo, si tenne alla Triennale nel 1939) anticiperà la grande esposizione del 2015. Si svolgerà infatti dal 15 aprile al 10 luglio 2015. Tra i temi centrali il disegno, fondamentale nell’opera di Leonardo. Il Sindaco Pisapia, che pure ha ammesso che a scuola non brillava in questa materia (era stato rimandato), sottolinea l’importanza della mano nel tracciare il disegno, quasi, a precedere il pensiero, prima che esso si formi. E lo ha fatto citando una suggestione suggeritagli da un recente libro di Tullio Pericoli, intitolato proprio “Pensieri della mano”.
Anche Giuseppe Sala, Commissario unico delegato del Governo per Expo, condivide l’ottimismo di chi ha puntato su questo “pezzo da novanta” della cultura italiana per tirare la volata all’esposizione universale. Anche se non ha potuto non rilevare come si renda necessaria una maggiore sensibilità di fronte al fenomeno del turismo nella nostra città, che va studiato in modo più attento anche dal punto di vista sociodemografico.
Massimo Vitta Zelman, presidente di Skirà, ha anticipato la realizzazione di un grande catalogo sulla Mostra, coordinato da Pietro Marani e Maria Teresa Fiorio, curatori della mostra e massimi studiosi di Leonardo, che conterrà saggi scientifici inediti dei maggiori specialisti mondiali che analizzeranno i numerosi aspetti della personalità dell’artista. Le opere esposte arriveranno principalmente dalla Biblioteca Ambrosiana (compreso il famoso “Ritratto di Musico”), ma contribuiranno anche altre prestigiose istituzioni, quali la Royal Library di Windsor, il British Museum, gli Uffizi di Firenze, il Metropolitan Museum di New York, la Biblioteca Reale di Torino, oltre al Museo della Scienza e della Tecnologia. Vitta Zelman in una battuta piuttosto efficace definisce le difficili negoziazioni che spesso occorre mettere in campo per avere opere in prestito più complesse delle operazioni di estradizione.
Leonardo, però, non si vedrà solo a Palazzo Reale, ma anche alla Biblioteca Trivulziana del Castello Sforzesco, nella Sala delle Assi, attualmente in restauro, e nella alla Pinacoteca Ambrosiana, che è un po’ la sua casa. Senza dimenticare il Cenacolo che potrà essere ammirato, oltre che nella sua sede naturale (Refettorio del Convento di S. Maria delle Grazie), anche in una riproduzione video con pannelli e postazioni interattive, sempre a Palazzo Reale.
Della mostra su Leonardo avremo occasione di riparlarne. Per ora un assaggio delle 12 sezioni previste: Il Disegno come fondamento, Natura e scienza della pittura, Il paragone delle arti, Il paragone con gli antichi, Anatomia, fisiognomica e moti dell’animo, Invenzione e meccanica, Il sogno, Realtà e utopia, L’unità del sapere, De coelo et mundo: immagini del divino, La diffusione della fortuna: dai leonardeschi al trattato di pittura, Il mito.
Non si tratta di una Mostra facile. Ci auguriamo che vengano attuate scelte di allestimento adeguate alle caratteristiche del personaggio. Se è giusto evitare di cadere in celebrazioni retoriche o mitografiche sarebbe altrettanto sbagliato ridurre Leonardo allo stereotipo, normalizzato ma riduttivo, del “genio multiforme”. Poco convincente pare a prima vista, la scelta del San Gerolamo come icona della mostra. Si può capire cosa l’abbia motivata: in primis, evitare di ricorrere a simboli troppo abusati, ma forse l’opera non è tra le più conosciute dal grande pubblico che resta il principale destinatario del messaggio artistico.
Ugo Perugini