venerdì, Novembre 22, 2024
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LE BELLEZZE DI PALAZZO CLERICI

di Carlo Radollovich

Edificato nel ‘600, l’imponente Palazzo Clerici, situato nella centralissima via Clerici 5 e sede dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi), venne completamente trasformato nel ‘700 da Anton Giorgio Clerici (1715 – 1768), figlio del marchese Giorgio e della contessa Maria Archinto.

Altamente considerato a Vienna dall’imperatrice Maria Teresa, fu da lei nominato ambasciatore al conclave che elesse a Roma papa Benedetto XIV, nel 1758. Questa carica era ritenuta a quei tempi di particolare prestigio.

Anton Giorgio curò artisticamente non soltanto l’esterno dell’edificio, ma anche e soprattutto gli interni. Lo arredò con artistici mobili provenienti dall’Austria e affidò numerosi lavori ai più importanti (e costosi) pittori dell’epoca, tra cui il Tintoretto, il Veronese, il Pordenone, Guido Reni e Van Dyck.

A questi celebri artisti vi è da aggiungere niente meno che Giovanni Battista Tiepolo, il quale affrescò tutta la volta della galleria principale dell’edificio. Tra le deità dell’Olimpo si notano creature terrestri e alcuni animali. Nel cielo della volta è raffigurata con rara bellezza “La corsa del carro del Sole” e, al centro dell’affresco, si scorge la quadriga del Sole, preceduta dall’immagine di Ermes, figlio di Zeus, nel momento in cui si appresta ad aprire la Via del Cielo.

Osservando l’opera partendo da sinistra, appare la prima scena che “racconta” il mito di Proserpina rapita da re Plutone, signore dell’Ade.

Ecco più avanti la prima allegoria relativa ai continenti: si presenta l’Asia dominata da una copia di cammelli carichi di mercanzie provenienti dall’Oriente. Poi l’America: sono state tratteggiate con abilissima mano un pellerossa e una delicata fanciulla, simboleggiante la colonizzazione effettuata dagli inglesi. In seguito si fa avanti l’Africa con una pronunciata proboscide e lunghe zanne che anticipano l’arrivo di un elefante. Infine l’Europa, ove spicca la figura di un guerriero con elmo e corazza luccicanti. Il Tiepolo volle pure dipingere il ben noto ratto d’Europa (vedi foto), figlia di Agenore, re di Tiro, rapita da Zeus, che aveva preso le sembianze di un toro bianco.

Concludendo, ricordiamo che Anton Giorgio Clerici spese una vera fortuna per l’effettuazione dei numerosi lavori, e i costi sostenuti per abbellire il palazzo lo ridussero quasi in povertà. E infatti quando morì, nel 1768, lasciò ai suoi eredi solo un ridottissimo patrimonio.

 

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