di Carlo Radollovich
La storia della più importante piazza milanese, quella antistante al nostro Duomo, potrebbe cominciare ai tempi di Azzone Visconti, signore di Milano tra il 1329 e il 1339. Fu infatti lui, con la finalità di offrire maggiore spazio alle numerose trattative commerciali che si svolgevano a lato delle basiliche Santa Tecla e Santa Maria Maggiore, a far costruire in loco una piazza abbastanza ampia, battezzandola Piazza dell’Arengo.
Ulteriori lavori di ampliamento subirono un lungo stop, sino all’arrivo di Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano tra il 1385 e il 1395, il quale, per conferire ancora più respiro alla piazza dell’Arengo, fece demolire diverse vecchie costruzioni nonché il battistero di San Giovanni alle Fonti, ove il vescovo Ambrogio aveva battezzato il futuro Sant’Agostino nella Pasqua del 387.
Nel frattempo (anno 1386) era stata posata la prima pietra del nostro attuale Duomo e proprio qui si svolgevano raduni di ogni genere e un importante, grande mercato.
Solo nel 1458 il duca Francesco Sforza ottenne dal pontefice Pio II l’autorizzazione ad abbattere la vecchia cattedrale di Santa Tecla e ciò contribuì ad allargare ulteriormente la piazza.
Nel 1554, sotto il governatorato di Ferrante Gonzaga, l’architetto Vincenzo Seregni progettava l’imponente costruzione di due grandi torri angolari per dare maggiore spicco alla piazza stessa. Ma di quel meraviglioso progetto, a seguito di sopravvenute ristrettezze finanziarie, non se ne fece nulla.
Senza altre particolari novità, si giunge alla ristrutturazione del Palazzo reale, effettuato dal Piermarini nel 1773. Contemporaneamente, nacque davanti allo stesso una seconda piazza, posta lateralmente rispetto alla prima.
Ma non possiamo intrattenerci e discutere su piazza del Duomo nel senso moderno della parola senza proiettarci verso l’anno 1860, quando si volle demolire il portico dei Figini e le antiquate case del quartiere Rebecchino, dando così un volto nuovo all’importante “slargo” che si era creato. Va comunque segnalato che lo sfortunato architetto Giuseppe Mengoni aveva vinto, nel 1861, un concorso per ridisegnare piazza del Duomo (un progetto a dir poco faraonico) e per dare vita alla ben nota Galleria.
Andò in porto solo la costruzione della stessa Galleria, inaugurata il 31 dicembre 1877. Purtroppo, il giorno precedente, Mengoni precipitava da una delle impalcature.
Negli anni a seguire, piazza del Duomo diventava luogo d’incontro per ogni genere di manifestazione. E così, dopo l’inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II (giugno 1896), la circolazione dei tram nella piazza stessa, l’inaugurazione dell’Arengario ideato dai mitici architetti Portaluppi, Muzio, Magistretti, Griffini, la mietitura del grano in tempo di guerra sotto lo “sguardo” di Vittorio Emanuele, arriviamo ai giorni nostri per assistere alla piantumazione di palme e di banani…
Quali saranno in futuro i nuovi volti della piazza? Magari incorniciati da altre note silvestri?