di Carlo Radollovich
Malgrado gli svizzeri abbiano dichiarato che gli autovelox piazzati in Ticino rispondano ad un unico specifico scopo, ossia la sicurezza, rimane la constatazione che l’incasso previsto per le contravvenzioni dell’anno 2016 (un milione di franchi) si è addirittura decuplicato.
Sarebbe inutile negare che il “servizio introiti” abbia funzionato a dovere e che la gran parte dei multati siano stati gli italiani, oltre a molti automobilisti stranieri provenienti dalla Germania o dal Nord Europa. Lo si deduce dal quadro statistico comunicato proprio in questi giorni dal Consiglio di Stato svizzero.
Le ammende sono scattate grazie agli autovelox fissi, ma anche a quelli mobili, abilmente nascosti in punti che si ritengono “paganti”. Chi percorre l’autostrada, proveniente da Lugano, dovrà porre la massima attenzione alla velocità del proprio veicolo, in particolare transitando da Balerna, ove il radar qui installato si è rivelato tra i più…validi.
Ovviamente, anche gli italiani che lavorano come frontalieri non devono assolutamente sgarrare. Ma c’è di più. Qualora venissero multati e l’ammenda non fosse saldata puntualmente, rischierebbero il ritiro del permesso di lavoro rilasciato dagli svizzeri.
Non solo in autostrada, ma anche sulle normali strade del Canton Ticino, esiste una vera e propria capillarità d’installazione degli autovelox. E lo scorso anno sono stati controllati circa tredici milioni di autoveicoli.
Esiste tuttavia un preciso costo che le autorità elvetiche devono sostenere: la spesa riguardante le notifiche da recapitare agli automobilisti multati. E’ vero che sono state stanziate diverse migliaia di franchi per tale scopo, ma la cifra viene ampiamente compensata dagli incassi ottenuti con le ammende.
Considerata la particolare severità applicata dai nostri vicini di casa su tutto il territorio elvetico, particolarmente in Ticino, non ci resta che guardare in continuazione, con la coda dell’occhio, il nostro tachimetro, al fine di non incorrere in spiacevoli sorprese.