venerdì, Marzo 29, 2024
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VECCHIO TRAFFICO SUI NOSTRI NAVIGLI

di Carlo Radollovich

Le nostre amene vie d’acqua cittadine, già nel 1600, avrebbero dovuto essere sottoposte ad alcuni lavori di “rammodernamento”, soprattutto per consentire una navigazione più agevole. Infatti, i ben noti barconi, necessari per il trasporto di ogni genere di merci, andavano progressivamente aumentando.

Si iniziò con alcune opere promosse dal governatore spagnolo Pedro Enriquez de Acevedo, a capo dell’amministrazione milanese dal 1600 al 1610, ma la costruzione di una già prevista innovazione, e cioè la Darsena, progettata già da alcuni anni dall’architetto e ingegnere Giuseppe Meda (1534 – 1599) non andò in porto, probabilmente per la mancanza dei fondi necessari. Tuttavia, un primo embrione venne costruito nel 1603.

La realizzazione della nuova Darsena, opportunamente ampliata, fu protratta sino al 1819, inizialmente con il concorso da parte di Napoleone e successivamente per volere del governo austriaco. Finalmente il duca Ranieri, viceré del Lombardo Veneto, percorse per primo i 32 chilometri circa che separano la Darsena (realizzata proprio in quell’anno) dalla confluenza del Naviglio Pavese nel Ticino.

La nostra città, grazie ad una rete di canali che raggiungeva i 140 chilometri, era collegata ai fiumi Ticino e Adda e, da qui, a molte località del Nord Italia, raggiungibili via acqua. Il vivo palpitare dell’intero traffico fluviale andava sempre più connotandosi con la Darsena. Essa aveva assunto la fisionomia di un vero porto. Si pensi che, nella prima metà del secolo XIX, la Darsena era considerata il nono porto fluviale italiano per capacità di tonnellaggio.

Vi approdavano barconi, ma anche chiatte, che scaricavano qui materie prime in abbondanza. E dalla Darsena partivano barche stracariche di tessuti e altri manufatti per diverse località. Anche normali passeggeri facevano spesso uso dei Navigli prendendo posto su apposite “barchett” come venivano chiamate in milanese le barche medio-piccole, per poter navigare, ad esempio, sino a Pavia (lungo il Naviglio Pavese) oppure sino a Turbigo e a Robecchetto (grazie al Naviglio Grande).

La navigazione fluviale è stata definitivamente soppiantata negli anni 1979/1980 perché non più in grado di sostenere il raffronto con camion e Tir. Ma di recente si è ricominciato a veder circolare nei navigli vicini a Milano alcune barche old time e ci siamo chiesti: che una certa nostalgia per il vecchio traffico sui Navigli stia per riaffiorare?

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