Questa artista dell’animazione, nata a Venezia nel 1923, ha collaborato per parecchio tempo con la Rai quando l’Italia delle prime animazioni stava avviando concrete prove televisive in questo settore. La Perego aveva infatti deciso di abbandonare il disegno per abbracciare il mondo assai più vivo dei pupazzi, che assicuravano, secondo lei e in modo azzeccato, una più attenta partecipazione degli spettatori.
Lei traeva spunto dagli esperimenti effettuati dal cecoslovacco Jiri Trnka che a sua volta si basava su talune realizzazioni che appartenevano al mondo delle marionette. Grande animatore e illustratore, il suo Paese gli conferì il titolo di “Artista nazionale”.
La Perego, dal canto suo, inventa diversi personaggi animati negli anni Cinquanta e il più popolare assume il nome di Picchio Cannocchiale, che forse qualche anziano lettore potrà ancora ricordare. Ma ecco nascere, nel 1958, quel piccolo topo che è in grado di conferire alla nostra animatrice una decisa notorietà e cioè Topo Gigio, creato assieme al marito Federico Caldura e al regista Guido Stagnaro.
Il lancio di Topo Gigio viene consacrato in occasione di “Canzonissima” 1959 facendo molto parlare di sé tra i notissimi volti di Delia Scala e di Nino Manfredi. La sua fama si diffonde presto a livello internazionale, tanto che diverse televisioni, dalle Americhe al Giappone, fanno a gara nell’ospitarlo.
Va ricordato che la Perego non subisce timori reverenziali nei confronti del più celebre Mickey Mouse di Walt Disney e procede tranquilla per la sua strada, sempre ricca di meritati successi, favoriti in Italia dal doppiaggio di Gigio da parte di Domenico Modugno e poi di Peppino Mazzullo.
I bambini si identificano spesso con la piccolezza del roditore e soprattutto osservano con simpatia questo tenero pupazzetto in gommapiuma, alto non più di venti centimetri e dallo sguardo illuminato da occhi molto espressivi.
Anche gli adulti apprezzano Topo Gigio perché si trova sempre a cavallo tra realtà e finzione. Il topino è animato, all’inizio della sua storia, direttamente dalla stessa Maria Perego e successivamente da validi collaboratori, i quali, per diventare completamente invisibili, si vestono con abiti del tutto neri, senza mai fare uso di fili o di eventuali supporti tecnici.
Per ultimo segnaliamo che Maria Perego ha composto un brano musicale, interpretato da Memo Remigi, dal titolo “Che tipo di topo”. Ammalatasi nel 2019, viene ricoverata in una clinica milanese e qui ci lascia per sempre nel marzo dello stesso anno. Il suo nome è stato iscritto al Famedio della nostra città.