venerdì, Novembre 15, 2024
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Un vecchio ricordo di Ferragosto

Questo giorno di festa, anche nel secolo scorso, era dedicato alle gite in carrozza fuori porta, alle scampagnate nelle varie località della provincia (per coloro che potevano permetterselo) o più semplicemente alle merende sui prati vicini a casa. Insomma, una giornata di riposo da godere in compagnia di amici, lontani da impegni di lavoro, seppure per poche ore.

Agli inizi dell’Ottocento era quasi d’obbligo, per chi non intendeva riposare o per chi non voleva rinunciare a rifugiarsi in qualche osteria, effettuare una visita alla sagra dei “tencitt” che si svolgeva tra piazza Santo Stefano e l’attuale via Laghetto.

Qui, i “tencitt”, dal dialetto “tenc” ossia “annerito”, erano operai che scaricavano non soltanto marmi destinati alla fabbrica del Duomo, ma anche legnami e soprattutto carbone, materiale che li conciava a tal punto da sembrare tinti di nero.

La sagra consisteva in diverse bancarelle di generi alimentari, vestiario e articoli vari. Ritornando ai “tencitt”, va menzionato che essi non vennero mai attaccati dalle diverse epidemie che si susseguirono in città. Come mai ? Alcuni medici riuscirono ad accertare, al di là delle protezioni celesti alle quali questi operai si raccomandavano, che la polvere di carbone, grazie al suo potere assorbente e pure disinfettante, riusciva a sconfiggere quei bacilli patogeni che il sudiciume delle persone provocava.

Passando ad altra osservazione, una delle associazioni medievali che rappresentavano artigiani e operai, ossia il cosiddetto Paratico dei carbonai, fece dipingere un quadro ove appariva la Madonna con ai piedi i Santi che venivano invocati al tempo della peste e cioè Sebastiano, Carlo e Rocco.

La sacra immagine, protetta da imposte di legno e collocata nella vecchia parrocchiale di Santo Stefano, veniva liberata da questa protezione soltanto a Ferragosto per poi essere esposta alla venerazione dei fedeli.

Ora le imposte che proteggono il dipinto restano chiuse per sempre e i “tencitt” evocano soltanto un vecchio ricordo; di quando erano gli animatori della sagra ferragostana, procedendo pure a illuminare un buon tratto di Naviglio con numerose luminarie che trasmettevano allegria e buon umore.

Peccato che queste espressioni di sana popolarità siano state seppellite dal tempo. Accanto alle molte distrazioni che la giornata di Ferragosto è oggi in grado di offrire, si sarebbe potuto tentare di far rivivere, almeno in parte, questa antica e interessante tradizione.

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