Arrivato a Milano dal paese di Rho ancora ragazzo e orfano di padre, un certo Anselmo Ronchetti (1773-1833), elemento di notevole intelligenza e con grande desiderio di apprendere, imparò presto a leggere e a scrivere.
Trovò lavoro come ragazzo di bottega presso un ciabattino residente al Carrobbio, giusto per imparare il mestiere, e soltanto pochi mesi dopo venne assunto da un’importante calzoleria di via Larga. Qui si diede da fare con grande impegno e nel giro di un paio d’anni riuscì a raggranellare piccoli risparmi, tanto che riuscì a prendere in affitto una bottega alle Cinque Vie.
Questo era un rione, forse il più antico della città, sorto alla confluenza tra le vie Santa Marta, del Bollo, Santa Maria Fulcorina, Bocchetto e Santa Maria Podone. Dimostratosi particolarmente abile nel confezionare calzature, soprattutto stivali, seppe conquistarsi un buon numero di affezionati clienti.
Grazie all’aiuto economico di alcuni amici, si trasferì in un’ampia bottega di via Cerva. Inutile aggiungere che, in considerazione degli originali modelli creati e soprattutto dei tipi di calzatura, particolarmente comodi e dal sicuro comfort, divenne, non ancora trentenne, il più apprezzato calzolaio di Milano.
Quando Napoleone entrò in Milano il 15 maggio 1796, il nostro Anselmo cercò in qualche modo di avvicinarsi al generale. Non tentò di proferire nemmeno una sillaba, ma si limitò a fissare la propria attenzione sui suoi piedi. Rientrato nella sua bottega, confezionò un paio di stivali e il giorno dopo si presentò al comando militare dicendo che doveva consegnare un dono al grande corso.
Dopo un’accurata perquisizione, gli fu consentito di entrare. L’udienza venne confermata e Napoleone, dopo alcuni preamboli, decise di provare gli stivali e ne rimase entusiasta. Si stabilì presto con il calzolaio un rapporto di stima reciproca tanto che Anselmo, a seguito del cordiale rapporto instauratosi, fini’ per diventare fornitore ufficiale di calzature anche per altre personalità militari francesi.
Si narra che un giorno Anselmo Ronchetti venne contattato da un comandante dell’esercito francese, decisamente borioso, il quale si mise ad elogiare in modo spropositato l’abilità dei calzolai parigini, affermando che soltanto loro erano in grado di confezionare stivali veramente comodi. Anselmo non reagì e prese le misure del comandante.
Dopo alcuni giorni, Anselmo gli consegnò uno stivale tanto perfetto tanto da meritarsi un sacco di Lodi. Ma quando il militare lo pregò di consegnargli anche l’altro, Ronchetti disse con tutta calma:”Sarebbe opportuno che il secondo stivale venga confezionato a Parigi, giusto per effettuare un doveroso raffronto sulla lavorazione…” Dopodiché, porse un saluto non proprio cordiale e se ne andò in fretta.
Non ci è dato di conoscere il seguito di questa ironica risposta, ma rimane la constatazione che le fortune di Anselmo Ronchetti durarono anche dopo la caduta di Napoleone. Infatti, divenne fornitore esclusivo per l’imperatore d’Austria Francesco II.