Nel XV secolo, molte nazioni europee erano percorse da numerosi assembramenti di persone che, con la finalità di espiare i propri peccati e quelli dell’umanità intera, si flagellavano pubblicamente predicando al tempo stesso che la fine del mondo sarebbe stata vicina e che il giudizio di Dio avrebbe coinvolto tutto il genere umano.
Spesso queste compagnie, testimoni di un certo tipo di povertà che sbandieravano con insistenza, entravano in conflitto con la Chiesa, la quale, ove necessario, dapprima cercava di convincerli nel non pronunciare frasi roboanti e assolutistiche e in seguito, qualora avessero insistito nel loro comportamento, si sarebbe optato per l’emissione di una speciale bolla con l’accusa di eresia.
Ma uno di questi penitenti, per attirare l’attenzione della gente, decise di “abbandonare” un suo personale crocefisso di legno, piuttosto rudimentale, davanti alla chiesa di San Simpliciano a Milano.
Alcuni credenti, sorpresi da questo oggetto di culto posto davanti al tempio, segnalarono il fatto a parenti e ad amici, tanto che una moltitudine di gente decise di trasportare il crocifisso in processione sino al Duomo. Ma le autorità milanesi, per niente d’accordo sull’effettuazione di tale corteo, decisero di fermarlo stendendo una pesante barriera di ferro al Broletto, dunque prima di giungere alla cattedrale.
I fedeli, che già avevano percorso buona parte del cammino previsto, si trovarono improvvisamente di fronte all’invalicabilita’ di questa imponente fascia metallica. Ma arrivati a pochissimi metri dalla barriera, ecco la grande sorpresa: la stessa stava sciogliendosi del tutto, come se fosse di burro.
La notizia si spargeva celermente per tutta la città e in molti concordavano nell’affermare che il tutto fosse sicuramente da attribuire ad un miracolo.