mercoledì, Aprile 24, 2024
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Teresa Labriola, la giurista scrittrice

Figlia del celebre filosofo Antonio Labriola, propugnatore tra l’altro dell’idealismo hegeliano, nasce nel 1873 da una famiglia in cui la cultura e’ sempre alla base di ogni forma intellettiva. Si laurea molto giovane in giurisprudenza e ricoprirà l’incarico di libera docente in filosofia del diritto a Roma.

Ma la carriera universitaria della giovane non risplende come lei vorrebbe. Il padre cerca di indirizzarla nel migliore dei modi, senza alcun risultato. E anche nello scambio di lettere tra lei e Benedetto Croce si evidenzia che il filosofo la sostiene solo blandamente.

Delusa, presenta domanda di iscrizione all’Albo degli avvocati. Viene inizialmente accolta, ma dopo un solo mese viene respinta e la Cassazione di Roma approva l’esclusione. Nuovamente più che rattristata per come le sue ambizioni si stiano arenando, sceglie di abbracciare l’impegno politico.

Ricopre incarichi di primo piano nelle associazioni femminili e qui si batte per il raggiungimento dei diritti civili a favore della donna, assumendo per molto tempo un incarico di spicco presso il Consiglio Nazionale delle Donne Italiane. Grazie alle sue ottime conoscenze del francese e del tedesco, si fa notare anche all’estero per quanto riguarda l’associazionismo femminile.

La sua vasta preparazione in tema giurisdizionale, le vale la possibilità di studiare la revisione dei codici per quanto riguarda la riforma dell’istituto familiare. Considerava allo stesso tempo il femminismo come “l’ultima ed estrema punta del moto più generale dell’intera società d’Europa nel combattere i privilegi e per raggiungere l’uguaglianza del diritto (…)”.

A questo punto, in relazione alla sua incessante attività a favore della donna, va menzionato il suo interessante e ponderato libro “Il femminismo come visione della vita “. Successivamente, durante il primo conflitto mondiale, Teresa Labriola attacca il marxismo con severe critiche e la rivoluzione d’ottobre farà scattare in lei posizioni molto nette di natura antisocialista e soprattutto antibolscevica.

Critica pure il femminismo pacifista, affermando che la separazione tra vita privata e pubblica avrebbe subìto una notevole trasformazione a causa della guerra in atto. Ci si chiede se Teresa, nei momenti in cui auspicava che la famiglia doveva prendere parte attiva alla vita dello Stato, intendesse appoggiare l’ideologia fascista seppure velatamente.

Il suo legame con il regime e’ ricco di contrasti e anche di delusioni. Queste ultime provocate perché suo padre era un convinto propugnatore delle idee di sinistra. Tuttavia, Teresa Labriola condivide il pensiero fascista riguardante la grande attenzione per la maternità, sostenuta da una particolare politica sociale. Ma nessun’altra condivisione.

Rimane addirittura esterrefatta e sbigottita quando le donne vengono escluse dalla vita politica e dal mondo del lavoro. In precarie condizioni economiche e in totale solitudine, si spegne a Roma nel febbraio del 1941. Ricordiamo di lei circa sessanta monografie (saggi compresi) nonché due suoi importanti libri: “Studio sul problema del voto alla donna” e “Problemi sociali della donna”.

Un sincero Augurio di FELICE ANNO NUOVO a tutti i nostri affezionati lettori !!

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