di Carlo Radollovich
Ci eravamo occupati del teatro milanese denominato “Cannobiana” (ilMirino del 18 novembre), eretto dal Piermarini e inaugurato nell’agosto del 1779, con l’intesa che ci saremmo intrattenuti poco dopo sul Lirico.
Ci preme tuttavia segnalare, ancora a proposito del “Cannobiana”, che questo teatro, a partire dal 1870 non ricevette più alcun sussidio, né da parte statale, né da parte del Comune. Pertanto, la sala imboccò presto un inevitabile declino, ad eccezione di alcuni spettacoli comici, organizzati per rallegrare il morale della piccola borghesia. Con il 1874, vennero rappresentate solo operette e opere non di primissimo piano.
Ma ecco apparire, successivamente, la nobile figura dell’editore Edoardo Sonzogno che anzitutto rimise a nuovo l’edificio e che la sera del 22 settembre 1894 fece allestire, nella nuova sala teatrale, l’opera del sensibilissimo musicista greco Spiro Samara “La martire” e inaugurando in tal modo il Teatro Lirico Internazionale, così battezzato dallo stesso Sonzogno.
Egli volle che il teatro fosse liberamente frequentato da maestri musicisti di ogni scuola, non dimenticando una sua particolare “missione” a cui da sempre si era ispirato: instaurare un vero e proprio stile europeista.
Furono rappresentate opere decisamente di spicco: nel novembre del 1897, ecco rivelarsi il talento di Francesco Cilea con l’”Arlesiana”, nel 1898 apparve “Fedora” di Umberto Giordano con la memorabile presenza di Enrico Caruso, nel 1900 “Zazà” di Leoncavallo, nel 1902 l’”Adriana Lecouvreur” di Cilea, nel 1907 “Marcella” di Giordano.
Mentre si affermavano, in tema musicale, le nuove star del verismo italiano, il Lirico non mancò di rappresentare le ultime novità del teatro francese. Addirittura prima che la Scala le mettesse in scena, il Lirico riuscì ad offrire al pubblico milanese spettacoli di primo ordine come “Saffo”, “Cendrillon” e Thais, tutte di Jules Massenet.
Anche D’Annunzio, nel 1904, esordì qui con la prima de “La figlia di Iorio”.
Nell’aprile del 1914 i milanesi assistettero alla prima del film “Cabiria”, il primo “kolossal” della storia del cinema. Nel 1938, un grave incendio interessò purtroppo il teatro. Il Comune di Milano, che nel 1926 ne entrava in possesso, decise di dare avvio ad una radicale opera di ricostruzione. Rimesso in piedi in tempi decisamente brevi, il Lirico ospitò, nel 1943, l’intera stagione della Scala, semidistrutta dai bombardamenti.
Grande eco ebbe l’ultimo discorso di Benito Mussolini, pronunciato qui nel dicembre del 1944, al quale accorsero più di tremila persone.
Terminato il conflitto mondiale, il Lirico aprì a Giorgio Strehler, a balletti artistici, ai concerti di Gaber con il suo teatro dedicato alla canzone, a Mina e ad altre importanti manifestazioni. Chiuse purtroppo negli anni Novanta per seri problemi finanziari.
Ma ecco che vere novità di spicco si susseguirono nel 2013, prima fra queste l’assegnazione di 16 milioni di euro per salvare il teatro.
Se tutti i vari interventi di ripristino verranno effettuati entro i tempi previsti, il Lirico (dedicato nel frattempo a Giorgio Gaber) aprirà i battenti nel 2016, con un cartellone dedicato soprattutto alla danza e ad eventi musicali.