venerdì, Aprile 26, 2024
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Storia settecentesca a lieto fine

Una ricca famiglia milanese di spicco, nel Settecento, era assai benestante e di nobile estrazione, ma una gestione…esageratamente “allegra” nell’effettuare spese, fece presto decadere tutti i componenti della famiglia stessa, compresi i parenti di primo e secondo grado.

Venduta la casa per far fronte ai debiti, il padre si trasferì con la moglie malferma in salute e quattro figliole in un appartamento in città preso in affitto. Morta la moglie, si sposò pochi mesi dopo con una giovane donna.

Ulteriori guai cominciarono praticamente da subito perché la matrigna non riusciva ad intessere buoni rapporti con le ragazze. Lo stato di ruggine si faceva sempre più evidente, tanto che venne presa un’importante decisione: per due giovani furono combinati matrimoni alla meglio, mentre per le restanti due venne scelta la via del convento.

Una delle future suore, di nome Paola, non era affatto contenta di abbracciare la vita monastica. Infatti, non appena concluso il noviziato presso il convento di Santa Redegonda, si rifiutò di prendere i voti. Non appena rientrata a casa, venne pesantemente insultata dal padre e dalla matrigna, cosicché, non essendo stata trovata altra soluzione, fu costretta a ritornare in convento contro la sua volontà.

Qui fu costretta a prendere i voti e, veramente fuori di se’, si distinse per molte cattive qualità, soprattutto per indisciplina e totale indifferenza nei confronti del padre confessoreh e della madre superiore. Quest’ultima venne presa di mira pesantemente e confezionò per Paola alcuni ceffoni in diverse circostanze.

Malgrado ciò, la situazione della poveretta si protrasse per circa cinque anni finché una domenica, nel corso di una funzione religiosa, Paola scambiò ripetute occhiate con un bel ragazzo francese. Fuori dalla chiesa, le fu possibile scambiare alcune frasi con il giovane (di nome Jacques) e ciò fu sufficiente per creare tra i due forte simpatia e attrazione.

Giunta in convento, ricevette dal francese, grazie ad una speciale concessione della suora portinaia, un biglietto scritto da Jacques con il quale proponeva, se d’accordo, di fuggire insieme verso la Francia. Una carrozza sarebbe venuta a prenderla poco prima che imbrunisse. Paola non chiese di meglio.

Lascio’ per le consorelle una lettera d’addio e uscì dal convento senza farsi notare. I due lasciarono Milano di sera e si diressero verso Genova, ove una nave li avrebbe attesi la mattina seguente. Non appena giunti a Bordeaux, città natale di Jacques, Paola chiese l’annullamento del voto al Sant’Uffizio perché la sua volontà di vivere fuori dal convento non era stata rispettata.

La richiesta venne accolta con tanto di dichiarazione scritta e, finalmente, Paola e Jacques furono in grado di far celebrare il loro matrimonio. Le cronache cittadine del tempo segnalarono che l’unione dei due giovani fu allietata da una bellissima coppia di gemelli.

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